martedì 13 febbraio 2018

#Oscar2018 #AcademyAwards2018 - Mudbound di Dee Rees, film drammatico tratto dal romanzo "Fiori nel fango". Ben scritto, diretto ed interpretato, risente forse della sua provenienza letteraria, ma l'atmosfera c'è

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film drammatico molto interessante che forse si perde nel finale.
Mi riferisco a Mudbound di Dee Rees.
Ecco la recensione:






Mudbound di Dee Rees del 2017. Con Carey Mulligan, Jason Clarke, Jason Mitchell, Mary J. Blige, Rob Morgan, Jonathan Banks, Garrett Hedlund. (134 min. ca.)
Mississippi, 1941. Henry McAllan (Clarke), uomo arricchito, compra una fattoria e ci si traferisce con la moglie Laura (Mulligan), inizialmente contraria, e i loro due figli. Lì conoscono la famiglia di colore composta da Hap (Morgan) e Florence (Blidge) e i loro figli, tra cui Ronsel (Mitchell). Li tratta da schiavi. Ma intanto la guerra con il Giappone imperversa e sia Ronsel che Jamie (Hedlund), fratello di Henry, si arruolano. E al ritorno si devono scontrare con la dura realtà (e la mentalità chiusa) del posto. 
















Tratto dal romanzo Fiori nel fango di Hillary Jordan, è un film drammatico molto duro e articolato. Le storie sono ben intrecciate tra loro con il punto di vista (e voce narrante) che cambia per ogni personaggio principale della vicenda. 
L'ottimo montaggio riesce a dare ancora più forza alla narrazione. 
Gli attori sono più che in parte: da Carey Mulligan a Garrett Hedlund, passando per i "cattivi" con la faccia giusta Jason Clarke e Jonathan Banks e gli espressivi Jason Mitchell, Mary J. Blige e Rob Morgan. 
Scene talvolta crude e talvolta piene di tenerezza per una storia antirazzista che mostra i danni psicologici causati dalla guerra. 
Interessante per la costruzione circolare - tra flashforward e flashback -, per la bellissima fotografia e l'ambientazione evocativa, sembra tuttavia che calchi troppo la mano sulla sua provenienza letteraria, lasciando poco spazio all'immaginazione: tutto è troppo mostrato e spiegato. 
In ogni caso, pur abbondando di scene ad effetto e prevedibili, riesce a mantenere una certa misura, una dignità. 
E comunque coinvolge, intrattiene e fa parteggiare per i più deboli. 
Nominato a quattro premi Oscar (tra cui Miglior Canzone e Miglior Sceneggiatura Non Originale), distribuito da Netflix.
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***





Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












   

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