mercoledì 22 novembre 2017

IN SALA - Finché c'è Prosecco c'è speranza di Antonio Padovan, giallo/noir e molta commedia in un'ambientazione suggestiva e con un cast azzeccato: su tutti - il sempre eccezionale - Giuseppe Battiston, protagonista della vicenda

Oggi vi voglio parlare di un altro film. Un film in questi giorni nelle sale (venete). Un giallo ben diretto e ben interpretato.
Mi riferisco a Finché c'è Prosecco c'è speranza di Antonio Padovan.
Ecco la recensione:






Finché c'è Prosecco c'è speranza di Antonio Padovan del 2017. Con Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D'amico, Babak Karimi, Gisella Burinato, Rade Serbedzija. (101 min. ca.)
Paesetto in provincia di Treviso tra le colline del Prosecco. L'ispettore Stucky (Battiston) deve far luce sul suicidio del vinicultore e conte Desiderio Ancillotto (Serbedzija) a cui seguono però altre morti... per omicidio. Chi sta mettendo le mani sulla felicità della campagna trevigiana? 









Film basato sul romanzo omonimo di Fulvio Ervas, è un giallo/noir all'italiana che ha tutti gli elementi per piacere: una bella ambientazione che parla da sola, un protagonista adorabile e "involontariamente" simpatico poiché cinico e impacciato, interpretato da un sempre in gamba Giuseppe Battiston; lo scemo/il matto del villaggio, il cimitero "misterioso", una villa in eredità. 
E i toni ironici. 
Antonio Padovan mette in scena una farsa, una commedia leggera leggera ma ben girata, con panoramiche mozzafiato e un sapiente uso degli indizi, disseminati qua e là. 
Il cast, oltre a Battiston, è realmente in parte. Da Roberto Citran a Rade Serbedzija, da Teco Celio al grande Babak Karimi (il quale ha lavorato anche con Asghar Farhadi). Tutti hanno un ruolo calzante. 
Ed inoltre, cosa rara, viene messo in evidenza lo "spirito" veneto - non si intende soltanto l'alcol con questo termine, quanto i modi di fare genuini e spontanei - che solitamente viene sempre deriso, mortificato. In questo caso invece si percepisce di star vedendo un film realizzato con amore - e con genuinità - da un veneto che ama il Veneto. 
Il quale pure non tralascia di raccontare gli affari loschi che si possono celare anche in un posto apparentemente senza macchia, ovviamente restando coerente col genere trattato (non ci si aspetti una pellicola di denuncia). 
Un giallo che diverte senza tante pretese: non un capolavoro, certo, ma molto coinvolgente e amabile, come un buon vino (Prosecco?). 
Da vedere. Consigliato.


Voto: *** (Per l'impegno)









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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