giovedì 13 luglio 2017

Il racconto dell'ancella di Volker Schlöndorff, film drammatico/fantascienza tratto dal romanzo del 1985 di Margaret Atwood riportato alla ribalta ultimamente per la bellissima serie tv omonima riadattata egregiamente. Invece questo adattamento è poco incisivo, senza nerbo, non abbastanza inquietante e pauroso, non abbastanza distopico. E vanta un cast ricchissimo mal sfruttato

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film di un regista tedesco tratto dal famoso - soprattutto ultimamente - romanzo di Margaret Atwood.
Mi riferisco a Il racconto dell'ancella di Volker Schlöndorff.
Ecco la recensione:





Il racconto dell'ancella (The Handmaid's Tale) di Volker Schlöndorff del 1990. Con Natasha Richardson, Robert Duvall, Faye Dunaway, Aidan Quinn, Elizabeth McGovern. (109 min. ca.)
Negli Stati Uniti, in un futuro non bene precisato, vige la Repubblica di Galaad, una dittatura fondamentalista-religiosa che tenta di ripopolare l'America scegliendo con cura le donne fertili, strappandole alla loro famiglia e reintegrandole - dopo aver usato su di loro metodi quantomai brutali e di indottrinamento - in altre famiglie di gente benestante che per colpa dei disastri ecologici, epidemie, ecc.. non può avere figli. Veri e propri stupri legalizzati tra le mura domestiche vengono portati avanti senza scrupoli. Tra le "ancelle" prescelte c'è anche Offred (Richardson), la quale andrà ad abitare con il Comandante Fred (Duvall) e sua moglie Serena Joy (Dunaway)...





















Tratto dal romanzo distopico di Margaret Atwood, riportato alla ribalta grazie alla meravigliosa serie tv - capolavoro vero - targata Hulu, che ha come protagonista Elisabeth Moss, è un film drammatico/fantascienza sceneggiato da Harold Pinter e vanta della colonna sonora di Ryūichi Sakamoto.
Purtroppo però Schlöndorff, regista del tragico e inquietante Il tamburo di latta, non riesce a dare incisività all'opera. Se l'inizio stupisce per la sua fedeltà al libro, seppure con scambi cronologici comunque verosimili, via via che prosegue, perde forza, cala nel ritmo e si accartoccia su se stesso.
Si percepisce lo squallore e la sgradevolezza è strisciante, ma si ha ad esempio una sensazione di minor distopia rispetto alla serie tutta cemento e rigidità. Sarà per via dell'ambientazione in una villa non del tutto inquietante.
Il cast è ricchissimo, eppure mal sfruttato: sembrano tutti recitare male con pressapochismo, poco convinti. Se Natasha Richarson può andar bene come protagonista perché piuttosto anonima e normale, Robert Duvall e Faye Dunaway sono perfetti e vicini alla descrizione del Comandante e della perfida moglie fatta nel romanzo e la stessa Elizabeth McGovern è una Moira impeccabile e forse la migliore del gruppo. Aidan Quinn è poco convincente e Victoria Tennant è una Zia Lydia senza nerbo, senza autorevolezza, altro che Ann Dowd, paurosa a dir poco.
Il risultato è deludente.
È un film che mostra tutto, anche troppo, con un finale frettoloso, telefonato, scontato e improvvisamente non fedele al libro risultando perfino anticipato, togliendo quel briciolo di suspense che poteva essergli conferita.
Inoltre non risulta brutale, non è abbastanza cattivo e disturbante ed è anche privo di della poesia e profondità che ha invece la serie tv (oltre che il mistero, il dubbio, quella sottile ambiguità che ti scuote dentro).
Insomma è un enorme buco nell'acqua.
Edulcorato per l'epoca, dall'impianto anni '80/'90? Può darsi, ma da un regista del genere ci si aspetterebbe altro.
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà.


Voto: **/**1/2






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












    
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