domenica 9 aprile 2017

Harry Potter e il Calice di Fuoco di Mike Newell, quarto epiodio della saga creata da J. K. Rowling. Dopo una prima parte coinvolgente, sembra arenarsi e la trama appare sfilacciata, alcuni fatti non tornano (il romanzo è stato troppo condensato). Rimane comunque un buon film, con bravi attori e begli effetti speciali, ma con meno forza rispetto agli altri tre

Oggi voglio proseguire e parlarvi ancora di Harry Potter (abbiate pazienza ancora per qualche giorno). Un quarto capitolo un po' deludente rispetto agli altri tre per via della trama dai passaggi un po' più criptici.
Mi riferisco ad Harry Potter e il Calice di Fuoco di Mike Newell.
Ecco la recensione:





Harry Potter e il Calice di Fuoco (Harry Potter and the Goblet of Fire) di Mike Newell del 2005. Con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Brendan Gleeson, Michael Gambon, Ralph Fiennes, Roger Lloyd Pack, Robert Pattinson, Stanislav Ianevski, Clémence Poésy, Katie Leung, Robbie Coltrane, Alan Rickman, Maggie Smith, James Phelps, Oliver Phelps, David Tennant, Timothy Spall, Miranda Richardson, Mark Williams, Tom Felton, Jason Isaacs. (157 min. ca.)
Sta per iniziare un nuovo anno a Hogwarts. Gli studenti si fermano prima a seguire la Coppa del Mondo di Quidditch. Ma lì arriveranno alcuni Mangiamorte, seguaci di Voldemort, che creeranno scompiglio spaventando Harry Potter. Arrivati a scuola poi i ragazzi verranno messi al corrente del "Torneo Tremaghi", una gara pericolosissima a cui possono partecipare solo gli studenti che hanno compiuto diciassette anni. Ma il Calice di Fuoco sputa il biglietto di Harry insieme agli altri due, anche se il ragazzo non ha mai tentato furbescamente di accedervi. Le prove da superare saranno ardue ed il giovane mago si ritroverà di nuovo a faccia a faccia con Voldemort. 






















Quarto episodio della saga di J. K. Rowling diretto nuovamente da un altro regista: Mike Newell, quello di Quattro matrimoni e un funerale
Cambio di guardia anche per il compositore della colonna sonora. Patrick Doyle va a sostituire John Williams seguendo la sua scia (il tema principale è comunque lo stesso, giustamente). 
L'atmosfera è simile a quella del precedente capitolo: dark e matura (anche se in questo caso c'è un uso meno interessante della luce). Ed anche le ambientazioni (quelle interne del castello). 
Dopo una prima parte piacevolissima e coinvolgente con l'arrivo di un nuovo strambo professore di Difesa contro le Arti Oscure, Astor Moody, un bravissimo Brendan Gleeson, la gara con i draghi e il momento più leggero del ballo e l'inizio delle schermaglie amorose tra Ron ed Hermione più l'interesse di Harry per Cho Chang (Leung), la trama verso i tre quarti comincia a sfilacciarsi e anche la pellicola pare arenarsi. 
Molte cose sembrano avvenire senza un rapporto di causa-effetto, appaiono dal nulla e senza una spiegazione. 
Ovviamente il motivo è presto detto: si è dovuto semplificare e condensare quanto c'era nel romanzo, ma il risultato è una sensazione di qualcosa di sfuggente e privato di elementi, scarno. Anche il finale fa rimanere un po' perplessi in quanto a freddezza e poco pathos (quello dei primi tre - anzi, il secondo più degli altri - era molto forte emotivamente). 
Rimane comunque un film realizzato molto bene, con effetti speciali che si sprecano (non si ha più l'effetto cartoon dei primi due durante il volo sulle scope: la CGI di anno in anno fa enormi passi in avanti) e bravi attori (Ralph Fiennes nei panni di Voldemort è un nuovo acquisto). 
Molto carino per lo spettatore seguire la crescita dei tre protagonisti di capitolo in capitolo e il relativo approfondimento psicologico. 
Si poteva fare di meglio, ma non è nemmeno da buttare. 
Da vedere. Consigliato. 


Voto: **1/2





Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











 

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