sabato 4 marzo 2017

The Beatles: Eight Days a Week - The Touring Years di Ron Howard, documentario che percorre la carriera dei Beatles soffermandosi sui primi anni di tour (in particolare quelli negli Stati Uniti). Un ottimo prodotto, diretto e montato in maniera impeccabile

Oggi vi voglio parlare non di un film, bensì di un documentario. Un documentario che ha avuto molto successo anche se è rimasto poco nelle sale.
Mi riferisco a The Beatles: Eight Days a Week - The Touring Years di Ron Howard.
Ecco la recensione:






The Beatles: Eight Days a Week - The Touring Years di Ron Howard del 2016. (110 min. ca.)
1961-1962, i primi anni di tour snervanti per i quattro di Liverpool, i primi successi, il finale di carriera con il famoso "concerto" sul tetto della Apple Records nel 1969. 









Documentario diretto da un Ron Howard in stato di grazia che ripercorre - senza la pedanteria a comparti stagni - la carriera della grandissima band inglese. 
Lo stress, l'isteria collettiva, il disagio di dover essere sballottati ogni giorno in un posto diverso... il tutto con immagini di repertorio legate tra loro da questo filo narrativo. 
Grande importanza viene data ai tour negli Stati Uniti: Howard prende così la palla al balzo per parlare della società americana dell'epoca, la morte di Kennedy, Martin Luther King, il progresso, ecc... e il segregazionismo. 
Ebbene, in quel particolare momento storico pieno d'odio e di razzismo, i Beatles vollero dare la possibilità a tutti, senza distinzioni di colore della pelle, di partecipare al loro concerto. In caso contrario avrebbero rinunciato. 
Ma è anche un modo per poter ascoltare le testimonianze di due amatissime attrici come Whoopi Goldberg e Sigourney Weaver e la loro esperienza da spettatrici e vere fan piccolissime. Oppure di musicisti, compositori, cantanti, cantautori (Elvis Costello, ad esempio) e gli stessi Paul McCartney, Ringo Starr (e, nei filmati d'epoca George Harrison e John Lennon). 
E, ovviamente, alcuni frammenti dei loro successi. 
Anche se alcuni album in particolare vengono trattati un po' troppo superficialmente, comunque si ha l'occasione di poter gustare dei dietro le quinte e capire come venivano create le canzoni, conoscere meglio la creatività del gruppo, la ricerca musicale. 
Il tutto senza mai un calo di attenzione, con un ritmo sempre costante e pieno di curiosità, mostrando anche la simpatia, la naturalezza di questi quattro giovani che si sono creati dal nulla (certo, con dei bravi manager e produttori alle spalle). 
Decisamente sopra la media rispetto a documentari frammentari e pesanti. 
Da vedere assolutamente (i seguaci del gruppo ne rimarranno estasiati). Consigliatissimo. 


Voto: ***1/2 






Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












  
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