venerdì 24 marzo 2017

Frantz François Ozon, melodramma d'altri tempi in uno sfavillante B/N. Struggente, dolce e delicato, scritto diretto ed intepretato benissimo, con tocco leggero e misura

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film di un regista francese molto apprezzato (e criticato, talvolta). È stato presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia con grande successo e seguito.
Mi riferisco a Frantz di François Ozon.
Ecco la recensione:





Frantz di François Ozon del 2016. Con Paula Beer, Pierre Niney, Ernst Stötzner, Marie Gruber, Cyrielle Clair, Johann von Bülow, Alice de Lencquesaing, Anton von Lucke, Ralf Dittrich, Michael Witte. (113 min. ca.)
Adrien Rivoire (Niney), francese, nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, si reca in un paese tedesco per portare gli omaggi sulla tomba di Frantz, fidanzato di Anna (Beer) e morto al fronte. Conoscerà quest'ultima e la famiglia dello stesso Frantz, portandosi dietro però un segreto...













Tratto da una pièce teatrale (e, ancora prima, romanzo) di Rostand e da un film di Ernst Lubitsch, è un melodramma d'altri tempi molto delicato e romantico in B/N (i colori appaiono soltanto durante i flashback o quando qualcuno ripensa a Frantz).
Dal ritmo cadenzato, dai tempi dilatati, ha una trama semplice, tuttavia strutturata e con parecchi colpi di scena.
Tutti gli attori sono assolutamente straordinari e sembrano uscire da un film d'epoca per tipo di recitazione e aspetto fisico. Delle performance molto sentite e altrettanto delicate, fragili come i personaggi che interpretano. Meritatissimo il Premio Marcello Mastroianni a Paula Beer durante la scorsa Mostra del Cinema di Venezia.
Un film d'atmosfera, suggestivo, curatissimo che parla di perdono e di menzogne a fin di bene, pronunciate per non ferire gli altri.
Ed è anche una storia d'amore (anzi, ce n'è più di una. Si aggiunga anche l'affetto dei genitori di Frantz per Anna e Adrien). Dolce senza mai diventare melenso (c'è un grande senso della misura), dal tocco sempre leggero, con momenti struggenti e di sincero struggimento.
La musica, di grande importanza per i protagonisti, completa il tutto: anche quella originale è intensa e accompagna bene quel sottile tormento che permea la storia dall'inizio alla fine.
Ozon anche questa volta ha dimostrato di sapersi approcciare a generi completamente diversi l'uno dall'altro senza nessun problema. Ed anzi, in questo caso, sembra nato per dirigere questo tipo di opere. Un gioiellino.
Da vedere assolutamente (in lingua originale magari). Consigliatissimo.


Voto: ***1/2









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










 
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