mercoledì 4 gennaio 2017

Tallulah di Sian Heder, dramma di tre donne sole che cercano un riscatto e che parla con misura e delicatezza del rapporto madre-figlio. Realizzato da Netflix, vanta un bel cast (Ellen Page è sempre molto spontanea e istintiva)

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film drammatico targato Netflix, con un bel cast, a partire dalla protagonista.
Mi riferisco a Tallulah di Sian Heder.
Ecco la recensione:





Tallulah di Sian Heder del 2016. Con Ellen Page, Allison Janney, Evan Jonigkeit, Tammy Blanchard, David Zayas, John Benjamin Hickey, Zachary Quinto, Uzo Aduba, Fredric Lehne, Evangeline and Liliana Ellis, Felix Solis. (111 min. ca.)
Tallulah (Page) vive in un furgone col suo compagno Nico (Jonigkeit). Quando lui l'abbandona, lei disperata va alla ricerca di cibo e di denaro in un albergo. Lì trova Carolyn (Blanchard), una donna ricca, sola e dalla vita complicata. La donna le chiede, scambiandola per una del personale, di tenerle la bambina di un anno. Ma lei la rapisce e si rifugia da Margo (Janney), la madre di Nico, anche lei ricca, ma altrettanto sola e alle prese col divorzio... 











Film targato Netflix che parla per l'appunto della solitudine di tre donne che cercano in qualche modo di aggrapparsi a qualcosa (questo verrà fatto capire mediante delle metafore - anche esplicite - durante tutta la pellicola) e del rapporto madri-figli.
Interessante per la costruzione degli eventi, per la dolcezza ma anche una certa compostezza e misura che evitano di far sprofondare l'opera in una melassa strappalacrime. 
I colpi bassi ci sono (con un bambino piccolo di mezzo era inevitabile), i colpi di scena creati a tavolino per mettere un po' di pepe anche, eppure il tutto ha una dignità. 
Il cast poi è ottimo. Ellen Page sembra rimasta quella di sempre (è un'eterna adolescente, proprio di aspetto) ed è spontanea, briosa, molto in parte. Adorabile. Allison Janney è una garanzia. Tra l'altro le due ritornano a lavorare insieme dopo Juno. Tammy Blanchard, dopo un inizio un po' sopra le righe, si dimostra in gamba (e quanto piange!). Bello trovare Uzo Aduba nei panni di una detective incinta (ormai è la punta del team Netflix visto il successo del suo personaggio Crazy Eyes nella serie Orange is the New Black): convincente, davvero di impatto e diversa da come la conosciamo. È un'attrice veramente di talento. Bravi tutti gli altri, anche le due bimbe che interpretano Maggie. 
Un film toccante, ben fatto ma che, per forza di cose, ha una palese fattura televisiva. 
Nonostante ciò, risulta piacevole e avvincente (nonostante qualche difetto qua e là, qualche buco di sceneggiatura) e in alcune parti anche simpatico. Si percepisce l'impegno messoci e non è una cosa scontata per un film tv, sostanzialmente. 
Da vedere per curiosità. Consigliato. 


Voto: **1/2/***






Il trailer:





Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










  
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