lunedì 26 dicembre 2016

La banda dei Babbi Natale di Paolo Genovese, commedia degli equivoci con il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Qualche gag e battuta riuscita, situazioni divertenti, eppure si comincia a intravedere una certa stanchezza

Oggi vi voglio parlare di un film di pochi anni fa. Una commedia italiana con un trio di comici molto amati (in questi giorni c'è il loro nuovo film in sala, tra l'altro) che proprio allora aveva iniziato la parabola discendente. Qualcosa di buono ancora c'è in questo caso, è la confezione a lasciar desiderare.
Mi riferisco a La banda dei Babbi Natale di paolo Genovese.
Ecco la recensione:





La banda dei Babbi Natale di Paolo Genovese del 2010. Con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Angela Finocchiaro, Giovanni Esposito, Sara D'Amario, Silvana Fallisi, Antonia Liskova, Lucia Ocone, Mara Maionchi, Giorgio Colangeli, Cochi Ponzon, Massimo Popolizio, Remo Remotti. (97 min. ca.)
Aldo, Giovanni e Giacomo, venogono colti, vestiti da Babbo Natale, all'interno di un appartamento. Erroneamente scambiati per la vera Banda dei Babbi Natale che ha commesso vari furti, saranno portati alla centrale dove verranno interrogati dal commissario Irene Bestetti (Finocchiaro), dove finiranno per raccontare tutta la loro caotica vita. 




























Commedia degli equivoci a tema natalizio divertente, con molte situazioni ben congegnate, battute effettivamente riuscite, ma con molte incongruenze, un montaggio non all'altezza della situazione (sono visibili i tagli) e un leggero appiattimento rispetto ai lavori più riusciti e famosi del trio di comici (i primi). 
Il cast è in parte e anche i camei hanno un loro perché (la Maionchi come suocera insopportabile regala due momenti davvero esilaranti). Angela Finocchiaro è come al solito unica, spiritosa. Silvana Fallisi mediocre, la Ocone se la cava bene. Aldo Giovanni e Giacomo sono fortissimi quando devono interpretare loro stessi, apparendo così credibili, naturali. 
Qui si comincia ad avvertire però un po' di stanchezza. Manca quel brio, esattamente come a questa pellicola (come già detto). La confezione poi è da film per la tv. Un peccato. 
Interessanti però le citazioni a Le Iene di Tarantino con Little Green Bag in sottofondo o le scene col barboncino che ricordano quelle di Un pesce di nome Wanda. Piacevole la colonna sonora dunque, con tre brani cantati appositamente da Mina per questo progetto. 
Un film tutto sommato piacevole con parecchi difetti che vengono stemperati da un'ingenuità abbastanza onesta. 
Una specie di favola bonaria senza grandi particolarità ma che si fa guardare. Per una serata di relax. Da vedere per curiosità.


Voto: **1/2








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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