mercoledì 21 settembre 2016

Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater, commedia ambientata negli anni '80 che racconta le giornate precedenti all'inizio del college vissute da un gruppo di studenti. Ottime suggestioni, colonna sonora fantastica, ma è un'"operazione nostalgia" un po' piatta

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Una commedia diretta da un bravo autore/regista, forse non troppo ispirato qui a livello di sceneggiatura.
Mi riferisco a Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater.
Ecco la recensione:






Tutti vogliono qualcosa (Everybody Wats Some!!) di Richard Linklater del 2016. Con Blake Jenner, Zoey Deutch, Ryan Guzman, Tyler Hoechlin, Glen Powell, Wyatt Russell, Will Brittain, Forrest Vickery, Temple Baker, Tanner Kalina, Austin Amelio. (116 min. ca.)
Anni '80. Un gruppo di studenti del college riuniti per formare una squadra di baseball cominciano a conoscersi meglio e ad instaurare dei rapporti (anche con le ragazze) a pochi giorni prima dell'inizio delle lezioni. 

















Commedia che è riuscita a ricreare le atmosfere di quegli anni senza sentimentalismi o caricare troppo. 
Il problema è che tutto rimane piuttosto piatto e lo spettatore non è mai realmente coinvolto dalle vicende di questi ragazzi normalissimi: le situazioni sono banali e distanti. 
I titoli di testa promettevano bene (con l'auto che sfreccia sulle note di My Sharona) e, imprevedibilmente, c'è qualche picco che risolleva il ritmo e diverte. Alcune scene si fanno ricordare (il gruppo che canta in auto perfettamente in sincro e le due grandiose feste che fanno sorridere sul serio e vengono messe in scena in modo impeccabile). Ma è poca roba. 
Gli attori, quasi tutti piuttosto sconosciuti tranne Tyler Hoechlin - ed è presente anche il figlio di Goldie Hawn e Kurt Russell, Wyatt Russell, il quale interpreta lo sballato Willoughby -, sono bravi e funzionali, anche se mancano di vero carisma, non colpiscono. In effetti l'intento di Linklater era quello di mostrare dei semplici studenti alla vigilia del loro inizio di percorso scolastico (benché alcuni paiono troppo vecchi per il ruolo di matricole), né più né meno. 
Ma se con Boyhood* era riuscito - checché se ne dica - a raccontare la normalità facendo comunque interessare chi guardava, qui la calma piatta è quasi totale. 
Un peccato perché il clima cameratesco (senza volgarità, coerentemente con lo stile dell'epoca) è piacevole. Meno il maschilismo onnipresente. 
Suggestivo comunque (anche per la cura degli ambienti, dei costumi), ma il regista ha fatto molto, molto di meglio. 
Menzione speciale per la selezione dei brani inseriti nella colonna sonora: c'è anche nientepopodimeno che Frank Zappa. 
Operazione interessante ma fine a se stessa, troppo legata al contesto americano. E forse, se avesse scelto, ancora una volta, di puntare su dei ragazzini come protagonisti, avrebbe fatto centro. 
Per chi vuole rivivere le atmosfere anni '80 così come se le ricordano i bambini di allora (con le dovute differenze tra Stati Uniti e Italia) sono consigliate le prime stagioni della sit-com The Goldbergs. Da vedere per curiosità. Consigliato a metà.


Voto: **1/2





Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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