martedì 24 maggio 2016

Robin Hood di Ridley Scott, film d'avventura/azione che punta tutto sull'impatto visivo. Cast di grandi nomi. Ma il protagonista Russell Crowe è fuori parte: imbolsito, appesantito

Oggi vi voglio parlare di un film di un film di pochi anni fa. Un film di un regista amatissimo, che qui però ha realizzato un lavoro di qualità modesta.
Mi riferisco a Robin Hood di Ridley Scott.
Ecco la recensione:






Robin Hood di Ridley Scott del 2010. Con Russell Crowe, Cate Blanchett, Max von Sydow, William Hurt, Mark Strong, Oscar Isaac, Danny Huston, Eileen Atkins, Mark Addy, Matthew Macfadyen, Kevin Durand, Scott Grimes, Alan Doyle, Douglas Hodge, Léa Seydoux, Jonathan Zaccaï, Robert Pugh, Gerard McSorley, Denis Menochet, Velibor Topic, Simon McBurney, Bronson Webb. (136 o 156 min. ca.)
Robin Hood (Crowe), torna a Nottingham per riportare la spada di Sir Robert Loxley (Hodge), ucciso in un'imboscata, a suo padre Walter (von Sydow) e alla vedova Lady Marion (Blanchett). Si spaccerà inizialmente per lui, finirà per aiutare l'armata inglese - con a capo il Principe Giovanni (Isaac), diventato Re dopo la morte di suo fratello Riccardo Cuor di Leone (Huston) - contro l'esercito francese e diventerà il marito di Marian. Ma Giovanni, sentendosi umiliato da lui, lo dichiarerà un fuorilegge. 



















Film fantastico/epico/storico/d'avventura, ma più che altro di azione, ed ennesima versione sulle gesta dell'amatissimo eroe Robin Hood. 
Effetti speciali, molte scene di guerra (ottima quella finale con la pioggia di frecce che cadono come proiettili sui corpi) e con un Russell Crowe imbolsito, appesantito, che sembra ritornare a interpretare Massimo Decimo Meridio de Il Gladiatore* (sempre di Scott) più che l'agile Robin. 
Il ritmo c'è, ma è altalenante: le sole immagini spettacolari non bastano a farne un'opera interessante. Il tentativo di ricostruire il passato del protagonista non riesce a creare empatia come sperato (i flashback poi sembrano, ancora una volta, simili a quelli de Il Gladiatore): lo spettatore rimane impassibile. 
Il cast è quello dei grandi nomi. A parte Russell Crowe c'è Cate Blanchett che al primo impatto pare anche lei fuori parte, troppo matura per il ruolo Marion, eppure, dopo poco tempo, ci si rende conto, che è forse - come capita spesso con lei - una delle poche cose buone della pellicola. Espressività, carisma e senso dell'umorismo innato. Le poche battute pronunciate da lei fanno ridere, mentre quelle fatte dire agli altri appaiono sgonfie e telefonatissime. L'intesa con Crowe ci sarebbe (la scena di ballo durante la festa serale ne è la prova), soltanto che quest'ultimo, per quanto si sforzi, non è credibile (non stupisce che nella prima stesura del copione avrebbe dovuto interpretare lo Sceriffo di Nottingham). Ottimi invece Max Von Sydow (anche se appare troppo poco purtroppo), Eileen Atkins che ha un che di Vanessa Redgrave, Oscar Isaac sempre molto carismatico anche se il suo personaggio è male approfondito. Interessante Léa Seydoux. Sprecato William Hurt.
Un film piuttosto prolisso (soprattutto nella versione Director's Cut) che stringi stringi racconta il minimo indispensabile e che punta tutto sull'impatto visivo. Un peccato. 
Così come dispiace che certi personaggi abbiano un ruolo marginale e risultino addirittura antipatici (Fra Tuck ad esempio). 
Bei costumi, belle scenografie, regia molto poco ispirata. Colonna sonora poco incisiva. 
Insomma, funziona poco o nulla. Una delusione (ma già ci si poteva immaginare). 
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà. 

*Mia recensione 
Voto: **/**1/2






Il trailer:





Voi l'avete visto? Cosa ne pensate? 












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