mercoledì 4 maggio 2016

Little Fish di Rowan Woods, film indipendente australiano che racconta la storia di una donna ex eroinomane il cui passato bussa alla porta proprio quando sta cercando di andare oltre. Piatto, sottotono. Neanche la protagonista Cate Blanchett riesce ad alzarne il livello

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa. Un piccolo film decisamente poco riuscito nonostante gli attori.
Mi riferisco a Little Fish di Rowan Woods.
Ecco la recensione:




 
Little Fish di Rowan Wood del 2005. Con Cate Blanchett, Sam Neill, Hugo Weaving, Martin Henderson, Noni Hazlehurst, Dustin Nguyen, Joel Tobeck, Susie Porter. (114 min. ca.)
Tracy Heart (Blanchett) cerca di tirare avanti gestendo un videonoleggio nella periferia (quartiere cinese) di Sydney. Tracy ha un passato da eroinomane, ma ora sembra intenzionata a chiedere un prestito, rilevare il negozio e prendere in mano la sua vita, rimanendo sempre sorvegliata dalla madre. La frequentazione del vecchio amico Lionel Dawson (Weaving) che lei riforniva di droga e che ancora ne fa uso e soprattutto il ritorno del suo vecchio fidanzato Jonny Nguyen (Nguyen), uno spacciatore di droga che le racconta di essere "pulito", avranno di nuovo una cattiva influenza. 











Film drammatico che racconta una storia semplice di una persona sempre borderline, sul filo del rasoio, che vorrebbe essere uscita dal suo brutto giro, ma che, per forza di cose, è tentata a rientrarci. Interessante questa ambiguità, però la cosa finisce qui. 
Ci sono dei personaggi squallidi, si cerca di rappresentare quel mondo con realismo, eppure il risultato è mediocre. 
La regia è poco solida e soprattutto non si sa che strada voglia prendere la storia (fin troppo criptica), segno che la sceneggiatura ha delle enormi carenze. 
Dispiace per gli attori. In particolare per Cate Blanchett che si impegna sempre tanto e prende parte a questi piccoli film indipendenti prodotti nel suo Paese con entusiasmo. Purtroppo in questo caso, nonostante la sua solita bravura, il suo solito carisma e l'espressività eccezionale, appare spaesata. La sua fragile Tracy è convincente, è il resto a mancare. Sam Neill è sprecato, così come il bravo Hugo Weaving. Inespressivo invece Dustin Nguyen. 
La storia d'amore tra Jonnye Tracy è quanto di più finta e poco convincente ci possa essere. Inoltre non c'è chimica tra i due (e non è colpa dell'ambiente malato e degradato). 
Il finale, che vorrebbe essere visionario e onirico, appare invece tirato via, poco plausibile e piazzato alla bell'e meglio. 
Un film glaciale, senza vere scene madri o strappalacrime (e ciò sarebbe un bene, se non fosse che la trama si snoda in senza guizzi). Piatto, sottotono. 
Un disastro. 
Da vedere soltanto per curiosità (magari se si è fan della Blanchett). Sconsigliato. 


Voto: **






 Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?









  

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