giovedì 14 aprile 2016

Polvere di stelle di Alberto Sordi, commedia che omaggia il teatro dell'avanspettacolo in periodo di guerra. Un inizio scoppiettante, poi piano piano si spegne. Rimane comunque la suggestione. Ottima la coppia Sordi-Vitti

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film di un famoso attore e regista italiano.
Mi riferisco a Polvere di stelle di Alberto Sordi.
Ecco la recensione:





Polvere di stelle di Alberto Sordi del 1973. Con Alberto Sordi, Monica Vitti, John Phillip Law, Wanda Osiris, Edoardo Faieta, Carlo Dapporto, Franco Angrisano, Dino Curcio, Franca Scagnetti, Alfredo Adami, Lorenzo Piani, Luigi Antonio Guerra, Piero Virgintino, Antonio Abramonte, Alvaro Vitali, Marcello Martana, Luciano Martana, Giulio Massimini, Pietro Ceccarelli. (125 min. ca.)
Mimmo Adami (Sordi) e Dea Dani (Vitti), coppia nel lavoro e nella vita, sono due attorucoli di varietà: lui capocomico, lei la sua spalla-soubrette. Nel '44 da Roma si sposteranno prima per piccole date in Abruzzo, facendo la fame. Successivamente, dopo varie peripezie con i nazifascisti per cui avrebbero dovuto lavorare (e forse essere ammazzati), troveranno la fortuna a Bari. Lì, gli alleati americani, tutti presi dall'entusiasmo dell'occupazione e dai numeri alla buona dei due (con ballerine e tutto il resto della compagnia danzante e cantante) ma tutto sommato di intrattenimento, seppur spicciolo, li faranno debuttare al Teatro Petruzzelli con lo spettacolo "Polvere di stelle (Stardust)". Mimmo e Dea si fanno prendere la mano - e non solo, dato che proprio quest'ultima si infatuerà di un ufficiale di marina americano, interpretato da John Phillip Law - dal successo e sognano addirittura Hollywood. Purtroppo però, quando finisce la "festa", finisce anche la loro fortuna e dovranno ritornare a Roma con la coda fra le gambe e vivere di ricordi. 












Commedia diretta e scritta (insieme a Ruggero Maccari e Bernardino Zapponi) dallo stesso Alberto Sordi che è un omaggio all'avanspettacolo in tempo di guerra. 
La prima parte è divertentissima, effervescente, scatenata e ricorda (prendendo l'affermazione con le dovute pinze per le ovvie differenze di stile - in questo caso, come ci si può immaginare, più terra terra, nostrano -, Vogliamo vivere! di Ernst Lubitsch oppure Operazione sottoveste di Blake Edwards). 
Buona la regia sia negli interni (teatri, nave) sia in mare, negli esterni. Molte le gag simpatiche. E fin dai primi minuti si sente la canzone tema portante e vero leitmotiv: Ma 'ndo Hawaii (con il testo ancora una volta di Sordi), diventata poi famosa anche per chi non ha visto la pellicola e le generazioni a venire), con la performance dei due assolutamente irresistibile. 
Nella seconda parte tutto diventa un po' troppo prevedibile e anche il ritmo cala, non è più teso. Inoltre le situazioni si ripetono e il film risulta monotono e prolisso (la durata non aiuta). E non c'entra l'effetto nostalgia - riuscito - che si voleva dare. 
Alberto Sordi e Monica Vitti comunque sono fantastici: tutti e due sono più espressivi e più contenuti del solito, meno macchiettistici che in altri lavori. In particolare la Vitti qui sembra molto più naturale che nelle pellicole di Scola o di Monicelli (ed anche in Amore mio aiutami* sempre di Sordi), seppur la recitazione sia caricata lo stesso: ma con più sfumature, meno uso del dialetto e più passione. Affascinante, carismatica, surclassa anche il suo partner. Alcuni camei: Wanda Osiris, Dapporto. C'è anche - soltanto all'inizio - Alvaro Vitali che balla il tip tap. 
Un film simpatico, malinconico, per nulla sdolcinato, che, nonostante i difetti di cui sopra, coinvolge, affascina e crea la giusta suggestione. Parla della disillusione dei piccoli "artisti" e del mito americano: lo prende in giro e lo scimmiotta sinceramente, senza risultare ridicolo e anzi, in alcune parti fa tenerezza: ad esempio quando Mimmo e Dea ballano sulla terrazza dell'albergo. Un palese richiamo a Fred Astaire e Ginger Rogers. Anche la ricostruzione ambientale e storica, per quanto semplificate, riescono nell'intento di creare atmosfera. 
Tra le scene da ricordare: il soldato tedesco che dal finestrino della nave "sembra" spiare Mimmo e Dea a letto. La compagnia che viene presa a bastonate per aver rubato salumi e formaggi dalla cantina dell'impresario. Poi, ovviamente, i numeri di varietà, molto realistici. 
Musiche appropriate ed ispirate di Piero Piccioni. 
Leggerezza, ingenuità e ironia (qualche battuta telefonatissima che tuttavia nel contesto non stona): Sordi questa volta ha indovinato la ricetta. 
Da vedere. Consigliato. 

*Mia recensione
Voto: ***/***1/2 









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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