lunedì 18 aprile 2016

Intrigo a Berlino di Steven Soderbergh, omaggio al cinema degli anni '40 che si ferma alla mera parodia. Operazione non riuscita. George Clooney e Cate Blanchett invece funzionano: sembrano divi d'altri tempi

Oggi vi voglio palrare di un film di qualche anno fa. Un film di un regista che apprezzo, ma a cui riconosco una certa discontinuità. In questo caso infatti delude un po'.
Mi riferisco a Intrigo a Berlino di Steven Soderbergh.
Ecco la recensione:





Intrigo a Berlino (The Good German) di Steven Soderbergh del 2006. Con George Clooney, Tobey Maguire, Cate Blanchett, Beau Bridges, Tony Curran, Leland Orser, Jack Thompson, Robin Weigert, Christian Oliver, Ravil Isyanov, Dave Power. (105 min. ca.)
Berlino, 1945. Jake Geismar (Clooney) un Capitano dell'esercito americano, si trova in città per seguire la conferenza di pace a Potsdam. Lì rincontrerà Lena (Blanchett), una prostituta che prima della guerra era la sua assistente e che ora ha una relazione poco sana con il giovane Caporale Patrick Tully (Maguire), tra l'altro suo autista durante la trasferta. Ma la donna sta anche nascondendo il marito Emil Brandt (Oliver), segretario di Franz Bettmann, un ufficiale delle SS e progettista che ha mandato a morire migliaia di ebrei a Dora. Inoltre lei stessa ha dei segreti inconfessabili... 





















Film, tratto da un romanzo di Joseph Kanon, che riproduce fedelmente in tutti i suoi elementi (bianco e nero sovraesposto, formato, montaggio, colonna sonora - di Thomas Newman, che ha avuto una nomination all'Oscar - e recitazione caricata) le pellicole di genere (anzi, mix di genere: drammatico, sentimentale, spionaggio, guerra) degli anni in cui è ambientato.
Già il logo della Warner, anche quello rigorosamente in B/N, fa subito a pensare ai film classici. Eppure tutto il progetto risulta una grande parodia.
Non che sia privo di fascino, anzi, la suggestione c'è. Ma i cliché e addirittura il finale con l'aereo come in Casablanca con i cappelli spioventi e la pioggia che cade, risultano forzati, telefonati e appunto, parodistici.
L'unica cosa che spezza e appare anacronistica (e impossibile) è il linguaggio colorito - alcune espressioni sono addirittura troppo enfatiche, stranianti - e due scene di sesso (una, la prima, "esplicita").
Il cast non è male, sono tutti in parte tranne Tobey Maguire che non ha la faccia né il fisico adatto per essere credibile. George Clooney sembra invece molto a suo agio: non dicevano fosse il nuovo Cary Grant? In realtà non lo è, ma il buon Clooney invece ha la fisicità, la faccia, il piglio giusto dell'attore d'altri tempi. Stessa cosa per Cate Blanchett che sembra davvero uscita da una di quelle vecchie pellicole: è entrata nel ruolo adeguando anche la recitazione - senza però essere mai sopra le righe - dai gesti ampi, pronunciando battute veementi senza mai perdere il giusto equilibrio. Inoltre, se ci si sofferma su alcuni fotogrammi e alcune scene, la somiglianza con Katharine Hepburn (ad esempio in Prigioniera di un segreto di George Cukor, ambientato, guarda caso, sempre nel periodo o poco prima e sempre spy/sentimentale) e le altre dive del tempo, è straordinaria. Davvero incantevole e magnetica: la migliore del gruppo (ma non stupisce). Bello poi ritrovare Beau Bridges.
Un film ambizioso, ma che risulta fine a se stesso, risultando prolisso e troppo arzigogolato: Steven Soderbergh non sa gestire la trama "rompicapo", non sa dosare gli ingredienti, la cosa gli è un po' sfuggita di mano.
Peccato perché, nonostante faccia involontariamente sorridere in qualche momento, si intravede il mestiere. Ma l'"operazione nostalgia" non gli è riuscita.
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà. 


Voto: **/**1/2 (Visivamente è impeccabile)






Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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