venerdì 8 aprile 2016

Elizabeth: The Golden Age di Shekhar Kapur, sequel del film del 1998 con Cate Blanchett sempre grande, perfetta protagonista. Confezione affascinante e suggestiva per un film agiografico e - forse - con troppe venature fantasy

Oggi vi voglio parlare di un film di pochi anni fa. Il sequel del film di cui ho parlato proprio ieri diretto dallo stesso regista e con la stessa attrice protagonista.
Mi riferisco a Elizabeth: The Golden Age di
Ecco la recensione:





Elizabeth: The Golden Age di Shekhar Kapur del 2007. Con Cate Blanchett, Geoffrey Rush, Clive Owen, Steven Robertson, Abbie Cornish, Samantha Morton, Rhys Ifans, Jordi Mollà, Eddie Redmayne, Tom Hollander, Susan Lynch, Kristin Smith, Adam Godley, David Threlfall. (114 min. ca.)
1585. Filippo II di Spagna (Mollà) dà il via alla Guerra Santa. Solo Elisabetta I di Inghilterra (Blanchett) che ormai regna da tempo, decide di opporsi. Intanto deve guardarsi le spalle anche dalla cugina cattolica Maria Stuarda (Morton), regina di Scozia, che la vorrebbe morta pur di prendere il suo posto. E deve fare anche i conti con la sua dama di corte "preferita", Elizabeth "Bess" Throckmorton (Cornish) che inizierà una relazione con Sir Walter Raleigh (Owen), un affascinante pirata avventuriero di cui si era invaghita anche lei. 












































Seguito della pellicola del 1998 diretta sempre da Kapur con Cate Blanchett protagonista. 
Anche qui è, ovviamente, protagonista, anzi, più protagonista di prima, più forte di prima e, se possibile, più espressiva di prima perché più matura anche artisticamente. Sovrasta davvero tutto e tutti, ha il temperamento giusto, è affascinante e al contempo misteriosa, algida, contenuta. Elisabetta I ha degli sprazzi di simpatia e dolcezza e quasi dei raptus di rabbia incontenibile e lei riesce ad essere credibile in tutti e due i casi senza risultare una macchietta, ma anzi, donando il suo carisma al personaggio. Un po' di merito va comunque alla caratterizzazione questa volta più approfondita, meno abbozzata, ma il resto è tutta farina del suo sacco. Immensa. Nomination agli Oscar meritatissima anche se, contro la prodigiosa Marion Cotillard de La via en rose*, perfino lei era un gradino sotto. 
Oscar meritatissimo invece - finalmente, dopo lo scippo del 1998 - ad Alexandra Byrne per i costumi che completano l'opera di rappresentazione di questa figura iconica (insieme al trucco). 
Belle anche le scenografie, la fotografia che rendono il tutto suggestivo, quasi irreale. 
C'è da ammettere che la regia questa volta è più ispirata, virtuosistica (ci voleva poco) e, per l'appunto, l'opera in sé ha maggior impatto visivo. 
Tuttavia, molte scene (come quelle delle navi o di Elisabetta che osserva lo scontro tra i due fronti dallo scoglio) risultano fintissime ed è evidente che siano girate in CGI. Poi la venatura fantasy (anche a livello narrativo) a discapito del realismo è una trovata discutibile, che probabilmente è stata scelta altresì per non dover render conto dell'approssimazione degli eventi romanzati all'ennesima potenza. Il finale affrettato e agiografico costituisce un'altra prova di questa tesi. 
Nonostante questi difetti piuttosto eclatanti che molti potrebbero invece considerare come pregi, è un film seppur caricato pomposo e artefatto, molto coinvolgente. 
Ostenta, fa della "Regina Vergine" un ritratto umano, con vizi e virtù, mettendo rappresentando sia la forza che la debolezza, i dubbi (di nuovo un plauso alla Blanchett per tutte le sfumature che le ha conferito), la esalta al di sopra di ogni cosa, senza guardare veramente alla storia (da questo punto di vista deve essere preso molto con le pinze). 
Eppure è un sequel che funziona (forse anche più del primo) e lo straordinario successo al botteghino gli ha dato ragione. 
Se voleva essere un prodotto commerciale liberamente ispirato alle vicende di Elisabetta I, con un bel cast (non dimentichiamoci di Clive Owen, Samantha Morton, Geoffrey Rush, Abbie Cornish e anche di lui, Eddie Redmayne - ancora autentico e non così costruito come negli ultimi tempi - e gli altri, totalmente in parte), con la stessa protagonista ormai diventata una vera Diva e con scene obiettivamente memorabili, è riuscito nell'intento. 
(Colonna sonora di Craig Armstrong e A.R. Rahman altrettanto potente). Piacevole. 
Da vedere. Consigliato. 

*Mia recensione
Voto: *** (Per la confezione)








Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento