domenica 10 aprile 2016

Bandits di Barry Levinson, commedia d'azione simpatica ma piena di difetti sorretta da un trio di attori (Bruce Willis, Billy Bob Thornton, Cate Blanchett) che funziona

Oggi vi voglio parlare di un film di un po' di anni fa ormai. Una commedia divertente, ma non del tutto riuscita per la fattura troppo "grezza".
Mi riferisco a Bandits di Barry Levinson.
Ecco la recensione:





Bandits di Barry Levinson del 2001. Con Bruce Willis, Billy Bob Thornton, Cate Blanchett, Troy Garity, Brian F. O'Byrne, Stacey Travis, Bobby Slayton, January Jones, Peggy Miley, William Converse-Roberts. Richard Riehle, Micole Mercurio. (123 min. ca.)
Joe Blake (Willis) e Terry Collins (Thornton) sono due rapinatori di banche famosi per la strategia messa in atto (rapire il padrone della banca il giorno prima) e per non essere mai violenti. Risultano rimasti uccisi dopo l'ultimo colpo. La tv trasmette un'intervista esclusiva (con l'intervistatore ostaggio in casa propria) in cui i due parlano su come una donna, Kate (Blanchett), piombata per caso nelle loro vite, sia la causa della loro disfatta. 
























Commedia d'azione/poliziesco divertente ma molto alla buona con due improbabili delinquenti che si fanno mettere K.O. da una donna più confusa e stramba di loro.
Il ritmo non è sempre costante, i dialoghi sono poco curati, anche i vari flashback e flashforward sembrano non funzionare. Almeno all'inizio.
Insomma, il meccanismo fa fatica ad ingranare, sbloccandosi dopo la prima mezz'ora e da lì in effetti tutto diventa più scorrevole e simpatico.
C'è da dire che il trio funziona perfettamente. Bruce Willis macho innocuo e rude è in parte, sempre molto autoironico. Però, come si può ben immaginare, Billy Bob Thornton lo supera di gran lunga: il personaggio del rapinatore pieno di tic e soprattutto ipocondriaco, è irresistibile e, benché sopra le righe e quasi una macchietta, non stanca. Tuttavia, l'arrivo in scena di Cate Blanchett è come un uragano. Esattamente come il suo personaggio apparentemente da svampita. Lei è l'elemento chiave della storia: una "pupa", una spalla, un ostaggio con la Sindrome di Stoccolma, donna annoiata dalla piatta vita coniugale. Affascinante, carismatica, espressiva, la Blanchett qui dimostra (per la prima volta all'epoca), di avere una vena comica spiccata. Sono molteplici i suoi momenti memorabili (il ballo in cucina sulle note di I Need a Hero o la corsa in automobile con Total Eclipse of the Heart di Bonnie Tyler. Oppure ancora i vari battibecchi con i due, il ballo al bar). Il merito è della sceneggiatura solo in parte, perché data in mano ad un'altra non avrebbe ottenuto lo stesso risultato: è così magnetica che non si può staccarle gli occhi di dosso. Ottima, ruba - come al solito - la scena agli altri. Bravi anche gli attori di supporto: è presente, nel ruolo della donna del "palo", una giovanissima January Jones (la Betty Draper di Mad Men).
Un film assolutamente non perfetto, con una regia deboluccia che avrebbe dovuto dirigere con più polso e stile una storia tutto sommato coinvolgente e accattivante.
Certo, il finale a sorpresa come asso nella manica è validissimo, ma non riesce a togliere quel senso di pressapochismo che si avverte per l'intera durata.
Un peccato, poiché gli elementi c'erano tutti. (Questa faciloneria la si può notare anche nella scelta dei brani della colonna sonora: oltre alla sopracitata Bonnie Tyler si sentono quasi tutte le hit del momento. Per carità, gli U2 e Mark Knopfler - per dire due nomi - sono fantastici, ma sembra quasi che si sia voluto evitare uno sforzo di ricerca).
Comunque è piacevole, si ridacchia spesso e alcune scene paiono "quasi" originali.
Per una serata in totale relax.
Da vedere. Consigliato (a metà).


Voto: **1/2






Il trailer:



Scena in cucina:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento