martedì 5 aprile 2016

American Psycho di Mary Harron, thriller/horror spietato e cinico con un Christian Bale in parte, davvero pauroso. Molte scene diventate già cult



Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa. Un film diventato subito un cult per le scene memorabili, i contenuti e il protagonista.
Mi riferisco ad American Psycho di Mary Harron.
Ecco la recensione:





American Psycho di Mary Harron del 2000. Con Christian Bale, Willem Dafoe, Jared Leto, Justin Theroux, Bill Sage, Josh Lucas, Chloë Sevigny, Reese Witherspoon, Samantha Mathis, Matt Ross, Cara Seymour, Guinevere Turner, Stephen Bogaert, Monika Meier, Reg E. Cathey. (102 min. ca.)
1987, New York. Patrick Bateman (Bale) lavora a Wall Street, vestito con abiti firmati, curato nel fisico: uno yuppie fino al midollo. Sempre con le sue cuffiette, appassionato di musica pop/rock, è una persona sfuggente, misteriosa. Ed arrivista. Di notte però prende il sopravvento la sua personalità da serial killer: uccide senza batter ciglio senzatetto, prostitute e quasi anche la sua segretaria Jean (Sevigny). L'omicidio a colpi d'accetta del suo collega Paul Allen (Leto) e il conseguente scambio di persona per crearsi un alibi lo metterà - temporaneamente - nei pasticci anche con il detective Donald Kimball (Dafoe). 

























Thriller - che sfocia nell'horror - tratto dal romanzo omonimo di Bret Easton Ellis che per l'ambientazione, lo stile e i toni surreali, si potrebbe avvicinare ad un Cronenberg. 
Diretto e scritto benissimo, è però tutto nelle mani di un Christian Bale convincente: ha la faccia giusta, il piglio giusto, è ambiguo, perfettamente in parte, sempre madido di sudore dopo i vari raptus omicidi. Fa paura da quanto è entrato nel ruolo. Ma anche gli altri attori fanno la loro. (Jared Leto è la sua controparte un po' più giovane).
Molte scene diventate già cult. All'epoca fece discutere moltissimo per le scene di violenza. 
Certo, è un film che non va troppo per il sottile, ma non è gratuito. Il personaggio di Patrick agisce a quel modo forse perché non ne può più della routine che si è creato da solo: è ingabbiato. E comunque gli omicidi sono il fulcro della storia. Eliminando le immagini crude cosa sarebbe restato? Che poi in verità non è che si veda così tanto: spaventa di più il cinismo, quell'umorismo nero strisciante, quella cattiveria del protagonista che serpeggia dall'inizio alla fine. 
Inquietante, malato, disturbante e dal ritmo teso, funziona, coinvolge, affascina. Forse in verità la critica nei confronti di un certo rampantismo (o dell'alta società) e la trama di per sé non sono neanche così originali, ma sono messe raccontate bene. 
Ottima la colonna sonora, elemento fondamentale di tutta l'opera. 
Da vedere. Consigliato. 


Voto: ***/***1/2






Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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