mercoledì 10 febbraio 2016

Strangerland di Kim Farrant, thriller psicologico/misterioso pieno di incongruenze, scene imbarazzanti e telefonatissime, dialoghi ridicoli. Nicole Kidman si impegna ma non basta

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film australiano che vede il ritorno di una Kidman in forma (ma sprecata).
Mi riferisco a Strangerland di Kim Farrant.
Ecco la recensione:





Strangerland di Kim Farrant del 2015. Con Nicole Kidman, Joseph Fiennes, Hugo Weaving, Maddison Brown, Lisa Flanagan, Meyne Wyatt, Nicholas Hamilton. (112 min. ca.)
Australia. In un paese vicino al deserto, Tom (Hamilton) e Lily (Brown), figli di Catherine (Kidman) e Matthew (Fiennes) Parker, scompaiono nel nulla nel bel mezzo della notte (al ragazzino capitava di uscire quando non riusciva a dormire; la ragazza, quindicenne, è conosciuta come una facile, con qualche disturbo). I due fanno di tutto per trovarli dovendo affrontare anche la crisi del loro rapporto. 





















Thriller psicologico/drammatico molto malato, deviato, con un'ottima ambientazione, bei panorami con riprese lentissime "à la Malick" e con belle suggestioni. Le premesse c'erano tutte, anche per la tensione alta e l'introduzione dei personaggi e delle loro storie realmente intrigante. 
Eppure qualcosa è andato storto: alcuni eventi sembrano palesarsi dal nulla, i dialoghi in molti casi sono ridicoli, incoerenti con quanto sta avvenendo, alcune scene appaiono forzate, telefonate e, ancora peggio, gratuite (Catherine che cerca di sedurre il presunto molestatore della figlia, sesso incontrollato per i sensi di colpa, nudità non necessarie). 
La Kidman è bravissima: dolente, espressiva, sempre sull'orlo di una crisi. Molto naturale anche per come si presenta, ossia vestita di quattro stracci, sporca, insanguinata, senza trucco. Il redivivo Joseph Fiennes - smagrito - fa capire quanto non era mancato al cinema: bella faccia ma finisce lì. Interpretazione poco convinta la sua, mentre la Kidman sembrava crederci. 
Invano però, visto la risibilità della trama e l'inattendibilità anche dei rapporti semplici di causa-effetto: alcuni momenti sono imbarazzanti. Se voleva essere una cosa alla Peter Weir (Picnic ad Hanging Rock*, tanto per intenderci), la regista ha sbagliato del tutto (e la sceneggiatura non l'ha aiutata). 
Il finale poi non è aperto, è proprio inconsistente, senza idee, gira intorno al dunque senza toccarlo. Il ritmo poi non c'è, la suspense è sparita. Un film sprecato, perché il soggetto sulla carta poteva funzionare eccome. Sconsigliato. 


*Mia recensione
Voto: **






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










  
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento