giovedì 28 gennaio 2016

IN SALA - Joy di David O. Russell, commedia e parabola su una giovane donna che si sa reinventare (e inventa per l'appunto il "mocio") in puro "american way of life". Un film strampalato, di poca sostanza, inutile. L'unico elemento positivo è Jennifer Lawrence: espressiva, in parte

Visto che ci sono, vi parlo anche di quest'altro film nuovo, che esce proprio oggi nelle sale. Una commedia un po' strampalata e sinceramente inutile, di un regista troppo sopravvalutato (dall'Academy in primis).
Mi riferisco a Joy di David O. Russell.
Ecco la recensione:





Joy di David O. Russell del 2015. Con Jennifer Lawrence, Isabella Crovetti-Cramp, Robert De Niro, Bradley Cooper, Édgar Ramírez, Diane Ladd, Virginia Madsen, Isabella Rossellini, Elisabeth Röhm, Madison Wolfe, Dascha Polanco, Emily Nunez, Melissa Rivers, Jimmy Jean-Louis, Drena De Niro. (124 min. ca.)
Joy Mangano (Lawrence) è una giovane donna già divorziata (il marito - Ramírez - abita nel seminterrato di casa sua), ha due figli piccoli, una madre teledipendente (Madsen), un padre fedifrago che torna all'ovile (De Niro). Ma soprattutto è una persona che cerca di barcamenarsi per riuscire a pagare i conti (lavora nell'officina del padre). Avendo già inventato un collare per cani senza però depositare il brevetto, questa volta Joy cercherà di creare qualcosa di innovativo. Ci riuscirà inventando il Miracle Mop (il mocio). Purtroppo sarà ostacolata da altri che reclamano questo brevetto, debiti e perfino dalla bancarotta. Grazie all'aiuto della famiglia e della nuova compagna del padre (Rossellini), ma soprattutto grazie alla sua forza e tenacia, riuscirà a diventare padrona di un impero.




















Commedia sulla vita della vera Joy Mangano (anche produttrice esecutiva della pellicola) raccontata adoperando toni grotteschi, surreali e demenziali, come se fosse una "favola" dell'american way of life su una donna che ce la fa contro tutto e tutti e si reinventa. 
Bizzarra, con un ritmo calante verso la metà e una storia che ha ben poco di interessante. 
Certo, è stata una sfida per Russell, ma anche una fatica sprecata. 
L'unico elemento degno di nota è proprio la protagonista Jennifer Lawrence, che, al terzo film insieme al regista (per Il lato positivo* aveva vinto - immeritatamente un Oscar e che per questo ruolo ha ricevuto un'altra nomination), essendo meno libera del solito e più inquadrata - dato che i tanti fatti che accadono sono scanditi un po' schematicamente - è molto più brava, non strafà, anzi, risulta espressiva, simpatica e mai sopra le righe. Davvero una buona performance (che comunque non merita un altro Premio. Sarebbe perfino ridicolo per l'argomento trattato). Gli altri si limitano ad attorniarla. Troviamo di nuovo De Niro (sempre con la stessa espressione disgustata/arrabbiata) e Bradley Cooper (che fa davvero poco, ma ha sempre una bella interazione con la Lawrence). Chi convince maggiormente nel mazzo è Isabella Rossellini che interpreta un ruolo non propriamente amabile con molto spirito. Il suo carisma fa il resto. Diane Ladd sprecata. 
Comunque tutti i personaggi sono abbozzati, senza un minimo di profondità. 
Un film sostanzialmente inutile, che sembra realizzato da Russell solo per poter lavorare ancora con Jennifer Lawrence (amata dai giovani e dall'Academy, portatrice di "big money"), senza pathos, con gag e battute telefonatissime e assurde nel senso negativo del termine (che strappano raramente qualche sorriso). 
La confezione è buona, ma è apparenza e basta. Quando imparerà Russell a fare un film di sostanza? Da vedere solo per curiosità (magari, se possibile, in lingua originale). Consigliato a metà.

*Mia recensione
Voto: **/**1/2






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  
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