sabato 9 gennaio 2016

CULT: Un mercoledì da leoni di John Milius, la vita, l'amicizia, il surf. Storia semplice ma ben raccontata, con tre protagonisti in parte e scene spettacolari

Oggi vi voglio parlare di un film di parecchi anni fa. Un film drammatico sull'amicizia, il mare, il surf. Un film cult, citatissimo e fonte d'ispirazione.
Mi riferisco a Un mercoledì da leoni di John Milius.
Ecco la recensione:





Un mercoledì da leoni (Big Wednesday) di John Milius del 1978. Con Jan-Michael Vincent, William Katt, Gary Busey, Patti D'Arbanville, Lee Purcell, Robert Englund, Sam Melville, Darrell Fetty, Gerry Lopez, Joe Spinell, Steve Kanaly, Barbara Hale, Fran Ryan, Dennis Aaberg, Reb Brown. (120 min. ca.)
La storia di Matt (Vincent), Jack (Katt) e Leroy (Busey), tre surfisti californiani, dal 1950 alla fine degli anni '70, tra amicizia, esperienze di vita, la guerra del Vietnam, ma soprattutto, l'amore per le onde del mare, vera e propria sfida.





















Pellicola in parte autobiografica dello stesso Milius (che ne ha curato anche la sceneggiatura) e in parte romanzata, con la giusta dose di malinconia e suggestione.
Un po' troppo "sentimentale" nel rappresentare alcune situazioni, si riscatta con le spettacolari sequenze di surf (è stato un po' il predecessore di Point Break - Punto di rottura* di Kathryn Bigelow, a cui uno dei protagonisti, Gary Busey, ha anche preso parte. Nel ruolo del dell'agente speciale però), con un ottimo uso della cinepresa: ne conseguono alcune inquadrature nelle quali le onde giganti si fondono col cielo. E, cosa importantissima, allo spettatore pare di essere lì a vivere la gara.
I tre protagonisti poi sono ben affiatati, hanno la fisicità giusta, il piglio giusto essendo non i classici belloni, ma dei ragazzi - e poi uomini - normali che trovano il brivido e la loro dimensione solo nel mare.
Il tutto scandito (tranne alcuni frammenti in cui si sente solo lo sciacquio delle onde) da una colonna sonora azzeccata sia nei brani non originali che in quelli composti da Basil Poledouris che hanno un che di esotico/hawaiano misto alla dolcezza e tristezza di fondo.
Un film di formazione nostalgico, ben caratterizzato, ben raccontato e dal tocco leggero ma non così superificiale come potrebbe sembrare, diretto con trasporto. Sicuramente memorabile.
Da vedere. Consigliatissimo.

*Mia recensione
Voto: ***1/2






Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  
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