lunedì 4 gennaio 2016

A braccia aperte di J. Lee Thompson, parodia/farsa esotica senza arte né parte. Neanche la briosa e simpatica protagonista Shirley MacLaine può molto. Pessimo

Oggi vi voglio parlare di un film di molti anni fa. Un film parodia, farsesco, diretto da un bravo regista (anche se discontinuo) e con un cast di prima scelta. Purtroppo il risultato è pessimo.
Mi riferisco ad A braccia aperte di J. Lee Thompson.
Ecco la recensione:





A braccia aperte (John Goldfarb, please come home!) di J. Lee Thompson del 1965. Con Shirley MacLaine, Peter Ustinov, Richard Crenna, Jim Backus, Scott Brady, Fred Clark, Wilfrid Hyde-White, Harry Morgan, Patrick Adiarte, Richard Deacon, Jerome Cowan, Leon Askin, David Lewis, Milton Frome, Charles Lane, Jerry Orbach, Jackie Coogan. (96 min. ca.)
Un giocatore di football (Crenna), campione finito su tutti i giornali, ora è un pilota di un aereo-spia degli Usa. Casualmente l'aereo per un malfunzionamento si schianta sul regno di Fawzia, governato da uno strambo sceicco. Jenny Ericson (MacLaine), giornalista che aveva reso famoso questo John Goldfarb, si trova fatalità lì nell'harem del sultano sotto copertura. Insieme - aiutando però sotto micaccia quest'ultimo a formare una squadra vincente di football - cercheranno di tornare a casa. 










Parodia/satira dei ricconi e potenti arabi senza arte né parte. 
Tutto è insopportabile, le gag non fanno ridere, il finale - scontatissimo, manco a dirlo - è estenuante. Neanche gli attori riescono a risollevarne la sorte. Richard Crenna è anonimo, piatto. Il solitamente grande Peter Ustinov è irritante con quel suo grammelot arabo/americano, le smorfie e i tic: da ceffoni. Shirley MacLaine è la sola che - soprattutto nel balletto/danza del ventre - strappa un sorriso. Ma neanche lei può molto. Sicuramente questa è la pellicola più scadente a cui abbia preso parte. Gli altri si limitano a due battute in croce o da spettatori dell'"appassionante" partita. 
Qualche idea c'è (è anche tratta da un romanzo questa "buffonata". Probabile che sulla carta sembrasse una cosa valida, ma trasposta al cinema il risultato è un disastro). La regia di J. Lee Thompson - autore di quel gioiellino di Il promontorio della paura (Cape Fear) (l'originale, non il remake di Scorsese) per fare un esempio - è confusa, traballante (come la sceneggiatura). Non c'è ritmo, non c'è divertimento. 
Un film piatto, fintissimo, ridicolo. In una parola: pessimo. 
La canzone tema portante (altrettanto dimenticabile) è cantata dalla stessa MacLaine. 
Da evitare come la peste. Sconsigliato.


Voto: */*1/2





Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












  
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