domenica 8 novembre 2015

Amore mio aiutami di Alberto Sordi, commedia figlia dei suoi tempi perciò molto datata nella forma e nei contenuti. Con la scena cult sulla spiaggia

Oggi vi voglio parlare un film di molti anni fa. Un film italiano diretto da uno dei più famosi e amati attori italiani (che alla regia se la cavava così così).
Mi riferisco ad Amore mio aiutami di Alberto Sordi.
Ecco la recensione:




Amore mio aiutami di Alberto Sordi del 1969. Con Alberto Sordi, Monica Vitti, Silvano Tranquilli, Laura Adani, Ugo Gregoretti, Mariolina Cannuli, Maurizio Davini, Néstor Garay, Gaetano Imbrò, Karl-Otto Alberty. (117 min. ca.)
Giovanni Machiavelli (Sordi) e Raffaella (Vitti), sono una coppia apparentemente felice, una coppia moderna, senza segreti (e con un figlio di dieci anni). Però, quando Raffaella confida al marito di essere innamorata - segretamente - di un altro uomo, lui non riesce a sopportarlo, passa alle maiere forti e il tentativo di "coppia aperta" fallisce miseramente. 








Commedia figlia dei suoi tempi con scene cult (quella di Sordi in spiaggia che riempie di botte la Vitti. Ma la controfigura era Fiorella Mannoia) e parla dei cambiamenti della società, del matrimonio, della famiglia che allora si cominciavano a vedere. 
Lo fa con un umorismo amarissimo, con toni grotteschi, situazioni surreali e portate all'estremo. Inoltre vista oggi una scena di cui sopra non fa poi così ridere. Certo, si possono trovare mille giustificazioni e sottotesti: si può dire che è coerente con un personaggio in realtà tradizionalista e moralista (un po' come Spencer Tracy in Indovina chi viene a cena?*, che può dare uno spunto di riflessione, eppure è terribile, ripugnante, disumana, avvilente per la figura della donna. Una Vitti che fa da zerbino e non può contraddire il marito. Sì, la sua Giovanna è snervante, ma tale da richiedere la violenza? 
Nonostante ciò, proprio guardandola nell'ottica di quegli anni e dell'autore (Sordi, un uomo nato e vissuto in un'epoca di perbenismo borghese), è interessante a livello sociologico. Lo sguardo è acuto, mai compassionevole. 
Anche se alla fine prevale la rassegnazione e un certo puritanesimo, con Giovanni vittima in tutto e per tutto. 
La recitazione è molto sopra le righe, con dialoghi declamati, gestualità ed espressioni esagerate. Però tutti e due sono in parte, è palese. 
La scena finale è forse la migliore, perché più pacata ma molto sentita: ottima performance. 
Scritto molto bene (anche da Sordi stesso), un po' grezzo nella regia - ma ci sono alcune inquadrature molto interessanti durante la parata - e soprattutto nel montaggio (accadeva spesso in quegli anni). 
Un film particolare, fintamente trasgressivo, ma tutto sommato simpatico, dal buon ritmo e tutto sostenuto dalla coppia Vitti- Sordi. 
Bella ed incisiva la colonna sonora di Piero Piccioni. 
Da vedere (per riflettere anche). Consigliato.

*Mia recensione
Voto: **1/2






La scena incriminata:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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