martedì 18 agosto 2015

Third Person di Paul Haggis, film thriller/drammatico/sentimentale misterioso, cupo e tanto confuso. Haggis sembra non saper gestire la sua opera. Gli attori girano altrettanto a vuoto

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film interessante ma sviluppato male, non del tutto riuscito.
Mi riferisco a Third Person di Paul Haggis.
Ecco la recensione:





Third Person di Paul Haggis del 2013. Con Liam Neeson, Mila Kunis, Adrien Brody, Olivia Wilde, James Franco, Moran Atias, Maria Bello, Kim Basinger, Vinicio Marchioni, Riccardo Scamarcio. (137 min. ca.)
Storie parallele, tre situazioni in tre città diverse (Roma - Taranto-, Parigi e New York). Quella dello scrittore Michael (Neeson), separato dalla moglie Elaine (Basinger) e con una giovane amante, sua protetta Anna (Wilde). Quella di Julia (Kunis), donna che si batte per aver la custodia del figlio che stava per ammazzare in un "incidente". Quella di Monika, giovane rom che incontra per caso in un bar di Roma, Sean (Brody), un americano e lo coinvolgerà per poter riavere la sua "fantomatica" figlia. 



















Thriller/drammatico/sentimentale con un pizzico di mistero. 
Ambizioso, pretenzioso e dai tempi dilatati, stenta ad ingranare. 
La prima mezz'oretta infatti non si capisce dove voglia andare a parare: si intuisce che c'è un legame di fondo tra i vari personaggi ma è tutto poco chiaro, oscuro, di poco respiro. Successivamente tutto si chiarisce, ma rimane quel senso non solo di smarrimento, quanto di incompiutezza e di poca grinta. Haggis è interessante come regista e personalità (sua è anche la sceneggiatura ed è il produttore), ma qui sembra come se non riuscisse ad esprimersi a pieno, se fosse stato inghiottito e frenato da uno stile molto patinato, freddo e distaccato. 
Gli attori sono abbastanza in parte. Forse su tutti Liam Neeson, la Kunis e Moran Atias. Adrien Brody sembra sempre sull'orlo del pianto, apparendo monoespressivo, Olivia Wilde più che sembrare svitata non fa. Gli altri compaiono per troppo poco tempo per poter essere giudicati (Scamarcio barista dalle cattive maniere non è credibile. Va meglio Vinicio Marchioni nel ruolo del boss dei rom). La scrittura sarebbe anche interessante, non tutto è pessimo. 
Anche le tematiche della fiducia e dell'amore figliale sono ben espresse e fungono da filo conduttore (in modo forse un po' troppo esplicito). Belle le ambientazioni (che comunque sono sfruttate poco). Pessima - ma probabilmente la colpa non è di Haggis ma di chi gliel'ha consigliata - la colonna sonora (negli episodi romani di sentono in sottofondo - meglio così - Gigi D'Alessio, Anna Tatangelo, Biagio Antonacci. Per fortuna si riprende un po' con Moby e Capossela ma lo sbigottimento misto a nausea rimane). 
Un film non del tutto pessimo come è stato detto ma un po' troppo fumoso nonostante l'apparenza di film d'autore (alla Iñárritu, per intenderci), come se il regista non sia riuscito a gestire ciò che aveva tra le mani. 
Da vedere solo per curiosità. Consigliato a metà.


Voto: **1/2






Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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