domenica 16 agosto 2015

Suite francese di Saul Dibb. Tratto dal romanzo omonimo di Irène Némirovsky, è un melodramma patinato e senza guizzi ambientato in Francia durante l'occupazione tedesca. I due protagonisti si impegnano ma il risultato è comunque modesto

Oggi vi voglio parlare di un film recente. Un film  abbastanza piatto e troppo patinato, troppo statico e finto, nonostante l'ambientazione sia interessante.
Mi riferisco a Suite francese di Saul Dibb.
Ecco la recensione:






Suite francese (Suite française) di Saul Dibb del 2014. Con Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Sam Riley, Ruth Wilson, Lambert Wilson, Margot Robbie, Alexandra Maria Lara, Harriet Walter, Eileen Atkins, Tom Schilling, Deborah Findlay, Cédric Maerckx. (107 min. ca.)
1940, Francia. Bussy, piccolo paese di campagna, viene occupato dai tedeschi. Lucille Angellier (Williams), vive insieme alla suocera, l'austera e temuta Madame Angellier (Scott Thomas), in una bella casa. Il marito di Lucille è andato in guerra e la giovane si affezionerà e troverà un aiuto anche per dei vicini, dal Comandante Bruno von Falk (Schoenaerts), che ha un animo da compositore romantico e docile. La loro storia d'amore sarà purtroppo interrotta da un evento che li separerà. 


























Tratto dal romanzo omonimo di Irène Némirovsky, pubblicato postumo nel 2004, dopo sessant'anni dalla stesura (e conservato dalle figlie. L'autrice, ebrea, infatti fu deportata e morì ad Auschwitz), è un film drammatico, sentimentale, di guerra/spionaggio. 
La relazione della protagonista con il tedesco è trita e ritrita, sa di già visto e viene rappresentata come ci si aspetta: ossia è un polpettone banale e messo in scena senza vera e propria passione. Invece la parte dell'occupazione in sé - anzi, anche da prima, con i bombardamenti improvvisi nelle campagne - è molto realistica e incisiva, ben girata. Il fatto che i tedeschi siano umanizzati e che venga mostrato che non tutti fossero cattivi, ma che a volte si trovavano a dover eseguire gli ordini, è una cosa positiva, poiché anche i racconti dei nostri nonni erano pieni di questi aneddoti e, se è proprio l'autrice di suo pugno a parlarne, era giusto portarlo anche sul grande schermo. Per il resto rimane molto superficiale, si percepisce un lavoro di condensazione, mancando palesemente dei passaggi anche abbastanza cruciali. 
Il libro è incompiuto, ma è la parte centrale e vero il finale ad essere un po' troppo frettolosa. 
La sceneggiatura è debole, poco curata, la regia non molto solida. 
Gli attori sono bravi: Michelle Williams è come al solito adorabile, molto calata nel ruolo, ma qui si fa prendere la mano dallo spaesamento, risultando piatta e sempre con lo stesso sguardo vacuo. Kristin Scott Thomas è una cattiva detestabile perfetta, Matthias Schoenaerts è bravino ma anonimo, Ruth Wilson è sprecata. Gli altri sono di contorno. 
Qualche scena intrigante in realtà c'è e si percepisce la tensione del vivere nell'oppressione e nella paura anche solo per aver aiutato della gente a sfuggire dalle grinfie naziste ma è rara. 
Il resto è il solito melodramma pseudo-hollywoodiano (è una co-produzione inglese, francese e canadese) sullo sfondo della guerra, con fotografia patinata e ogni cosa studiata per creare un particolare effetto ma senza particolari guizzi, non facendo percepire la forza che probabilmente il romanzo ha.
Non riuscito. Da vedere per curiosità. 


Voto: **(1/2) 







Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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