venerdì 10 luglio 2015

Vizio di forma di Paul Thomas Anderson, giallo/poliziesco dallo stile psichedelico e libero. Più che la storia contano i bizzarri personaggi. Cast ricchissimo capeggiato da un Joaquin Phoenix al suo massimo livello di creatività interpretativa. Un gioiello

Oggi vi voglio parlare di un film recente, uscito nelle sale qualche mese fa. Un film strano, davvero bizzarro, diretto da uno dei più grandi registi moderni.
Mi riferisco a Vizio di forma di Paul Thomas Anderson.
Ecco la recensione:





Vizio di forma (Inherent Vice) di Paul Thomas Anderson del 2015. Con Joaquin Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Katherine Waterston, Reese Witherspoon, Benicio del Toro, Martin Short, Jena Malone, Joanna Newsom, Maya Rudolph, Eric Roberts, Serena Scott Thomas, Sasha Pieterse, Michael K. Williams. (148 min. ca.)
L.A. 1970. Larry "Doc" Sportello (Phoenix), è un investigatore privato hippie e fattone che viene ricontattato dalla sua ex, Shasta Fay Hepworth (Waterston), che vuole impedire che il suo nuovo uomo, Mickey Wolfmann (Roberts), venga internato forzatamente dalla ex moglie e dall'amante di lei. A quel punto Doc entra in affari più grandi di lui e finisce subito per essere sospettato di omicidio da "Bigfoot" Bjornsen (Brolin), ispettore di polizia. 





























Tratto dal romanzo omonimo di Thomas Pynchon e girato in modo frammentario e senza regole di narrazione per far entrare lo spettatore nel mondo psichedelico da LSD del protagonista. Lo stile è surreale, grottesco e anche se si tratta di un pseudo giallo/poliziesco (con echi altmaniani nella messa in scena, nella suggestione ed anche nell'umorismo), non è tanto la storia in sè che conta, quanto i personaggi, l'ambiente. 
Con un cast strepitoso: un Joaquin Phoenix a suo agio e divertito, libero di creare e di strafare, ma sempre con intelligenza (molti hanno rivisto in Sportello una sorta di Drugo de Il Grande Lebowski. Non è del tutto sbagliato come paragone, ma sono comunque due cose differenti). Josh Brolin è un agente di polizia convincente, affascinante e simpatico per certi suoi gusti in fatto di cibo. Gli altri fanno la loro. Una sorpresa ritrovare Martin Short in un ruolo particolare e in una pellicola d'autore. Owen Wilson è sempre piacevole.
Bizzarro, svitato e apparentemente senza senso, è un film che coinvolge e appassiona subito, che gioca sull'atmosfera d'epoca, con un magistrale uso della colonna sonora (brani conosciuti e altri composti da Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead). 
Paul Thomas Anderson si conferma un regista che non ha timore di osare. Ha capito che poteva spingersi ancora più in là dopo il già ostico The Master, ma che poteva anche cimentarsi con qualcosa di più divertente, meno cupo, che travalica i generi, sconfina ed è realmente originalissimo. 
Ostico, indecifrabile, differente da tutto ciò che si può aver visto. 
Può non piacere, può spiazzare ma sicuramente non lascia indifferenti. 
Anche il finale, per quanto compiuto, destabilizza. 
Da vedere (più volte) assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2/****






Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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