mercoledì 15 luglio 2015

Una nuova amica di François Ozon, film che tratta delle tematiche forti in modo un po' provocatorio ma meno morboso di quanto si potrebbe pensare (anche per gli standard dello stesso regista). Romain Duris è un protagonista perfetto

Oggi vi voglio parlare di un film francese recente. Un film un po' provocatorio ma ben fatto e ben recitato.
Mi riferisco a Una nuova amica di François Ozon.
Ecco la recensione:





Una nuova amica (Une nouvelle amie) di François Ozon del 2014. Con Romain Duris, Anaïs Demoustier, Raphaël Personnaz, Isild Le Besco, Jean-Claude Bolle-Reddat, Aurore Clément. (105 min. ca.)
Claire (Demoustier) e Laura (Le Besco) sono amiche dall'infanzia. Il loro legame è fortissimo, quasi più di un'amicizia. Gli anni passano e tutte e due fanno esperienze e si sposano: Laura con David (Duris) e Claire con Gilles (Personnaz). Laura però muore per una malattia fulminante poco dopo aver concepito una bambina, Lucie, lasciando tutti turbati. Claire farà una scoperta che la lascerà stupefatta, ossia che David si traveste da donna (all'inizio per la figlia, dice lui). Inizieranno una relazione che sfocerà forse non soltanto in un'amicizia alla pari (adesso lui si fa chiamare anche Virginia, soltanto da Claire). 























Tratto dal romanzo The New Girlfriend di Ruth Rendell è un film drammatico (e alcuni momenti in cui i toni diventano da commedia) molto ambiguo, sul tema del doppio e della sessualità in molte sfaccettature. 
L'evoluzione della storia è molto interessante, così come è interessante la caratterizzazione dei personaggi (tutti e due bisessuali, almeno viene lasciato intendere), molte scene sono di impatto e gli attori davvero in gamba. Su tutti - ovviamente - Romain Duris, che è entrato nel ruolo completamente ed è riuscito non soltanto a farlo suo ma anche ad umanizzarlo, a renderlo naturale, convincente. Il "rischio macchietta" era dietro l'angolo. Lui invece ha dato a Virginia la dolcezza e la forza necessaria che richiedeva e che ci si aspettava. Fantastico. Anaïs Demoustier è stata una brava spalla. Interpreta forse una parte maschile o quantomeno mascolina e lo fa anche lei con molta spontaneità. 
Scritto e girato con polso e disinvoltura, riesce a non cadere nel morboso, a non cadere in troppe trivialità. Alcune scene sono visivamente ed emotivamente di impatto, altre forse un po' esagerate e in effetti forse un po' gratuite eppure sempre coerenti con la trama e la psicologia dei personaggi. 
Il ritmo è sempre costante, non ci sono lungaggini. 
Eccellenti il trucco, i costumi, la fotografia e la colonna sonora di Philippe Rombi (che ricorda, a dire il vero, qualcos'altro di suo) e la scelta di una particolare canzone "chiave" per il significato e per come la sente il protagonista. (È presente anche un brano molto d'atmosfera riscoperto in questi ultimi anni: Follow Me cantato da Amanda Lear).
Apparentemente semplice e leggerino, è un film intelligente e complicato, che si presta a numerose riflessioni (anche il finale è enigmatico nonostante si concluda piuttosto felicemente) ed è molto coinvolgente fin dalla particolare e curatissima introduzione. 
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***1/2







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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