giovedì 25 giugno 2015

Saturno contro di Ferzan Özpetek, dramma dell'elaborazione del lutto per un film corale troppo lezioso e di maniera. Convincenti soltanto alcuni attori nel folto gruppo

Oggi vi voglio parlare di un film drammatico di qualche anno fa. Un film girato da un regista che non amo molto per lo stile.
Mi riferisco a Saturno contro di Ferzan Özpetek.
Ecco la recensione:




 
Saturno contro di Ferzan Özpetek del 2006. Con, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Margherita Buy, Serra Yılmaz, Ennio Fantastichini, Ambra Angiolini, Luca Argentero, Filippo Timi, Michelangelo Tommaso, Luigi Diberti, Lunetta Savino, Milena Vukotic, Isabella Ferrari, Benedetta Gargari, Gabriele Paolino. (110 min. ca.)
Davide (Favino), scrittore, vive con trasporto la sua relazione seria con Lorenzo (Argentero), giovane appaltatore e viene sostenuto da un bel gruppo di amici. Durante una cena Lorenzo ha un malore ed entra in coma. Questi amici staranno ancora più vicini a Davide. Ma anche loro hanno dei problemi. Ad esempio Antonio (Accorsi) tradisce la moglie Angelica (Buy), psicologa, con una fiorista, Laura (Ferrari). Si intrometterà, per cercare di risolvere la situazione Neval (Yilmaz). 























Film corale che parla del lutto e la forza degli affetti. 
Lezioso, di maniera, si parla più volte addosso. Difetti questi che, nonostante alcuni momenti riusciti, altri toccanti e suggestivi, pesano sulla resa finale. 
È ben girato, ben sceneggiato, ma sembra tutto fine a se stesso. Anche le provocazioni. 
Qualcosa di buono c'è: la direzione di alcuni attori. Pierfrancesco Favino riesce ad essere credibile, delicato e non stucchevole, Ambra Angiolini riesce a recitare in modo naturale, con semplicità (in effetti i riconoscimenti avuti, seppur forse troppi per le poche scene che ha, sono meritati), Luca Argentero si riconferma un attore sensibile, Ennio Fantastichini ha un ruolo diverso dal solito e lo porta in scena degnamente, Lunetta Savino è sempre molto simpatica (qui con un inconsueto accento veneto (?)), Isabella Ferrari offre una piccola performance asciutta ma convincente. Bello poi ritrovare Milena Vukotic, nel ruolo dell'infermiera severa. (Sì, tutti provenienti dalle fiction Mediaset e Rai). Male invece Serra Yılmaz che sembra dire le battute meccanicamente, Margherita Buy che ha perennemente quell'espressione da cane bastonato, Stefano Accorsi sempre sopra le righe (Muccino insegna) e monoespressivo, Filippo Timi è inascoltabile e antipatico. 
La storia non sarebbe pessima (ma davvero deprimente) e ci sono parecchi spunti trattati con garbo e stile ed altri superficialmente. L'epilogo banale (e circolare) lascia un po' interdetti. 
Carina la canzone portante Passione di Neffa. 
Un film non del tutto riuscito, un peccato. 
Da vedere per curiosità (quando si è in vena). Consigliato.


Voto: **1/2








Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  
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