martedì 23 giugno 2015

Ombre di John Cassavetes, film sperimentale di respiro europeo (sullo stile della Nouvelle Vague), molto appassionato, ben costruito e girato. Un gioiellino da riscoprire

Oggi vi voglio parlare di un film di molti anni fa. Un film americano d'avanguardia diretto da un grandissimo regista.
Mi riferisco a Ombre di John Cassavetes.
Ecco la recensione:





Ombre (Shadows) di John Cassavetes del 1959. Lelia Goldoni, Ben Carruthers, Hugh Hurd, Anthony Ray, Rupert Crosse, Tom Reese, Dennis Sallas, David Jones, David Pokitillow, Bobby Darin. (79 min. ca.)
New York. Due fazioni di giovani bianchi e di colore. I primi un po' girovaghi, i secondi musicisti. Al centro l'amore tra Lelia (Goldoni), afroamericana (ma molto chiara di pelle), pittrice e un musicista bianco, che porterà lo scompiglio nella famiglia di lei. Il fratello, cantante, non approva la relazione nonostante anche il ragazzo dopo un momento di smarrimento, voglia proseguire il rapporto. 























Pellicola indipendente sperimentale (nei titoli di coda appare la scritta: "The film you have just seen was an improvisation") che racconta l'altro volto delle relazioni interraziali. Scandito da un montaggio rapido a ritmo di jazz, ma con una capacità di cogliere i particolari degli sguardi (caratteristica di Cassavetes in ogni suo lavoro) e dei volti, palesemente sullo stile della Nouvelle Vague che si stava diffondendo in Francia (ovviamente portato nel contesto metropolitano newyorkese): stesso realismo, stesso modo di cogliere l'attimo, stessa "grossolanità" e schiettezza e sì, anche l'uso della musica è uguale. 
Bravi gli attori (anche se la recitazione è - volutamente - enfatica in alcuni momenti), ottima la fotografia in bianco e nero. L'uso della macchina da presa realmente geniale. 
Inoltre, anche se si tratta di pura avanguardia (tra l'altro questa è la seconda versione. La prima era stata girata nel 1957, due anni prima) e una vera e propria opera d'arte, coinvolge, appassiona e incuriosisce. 
Il ritmo è sempre teso. Probabilmente si perde un po' nel finale poiché non è solo la questione dello scontro razziale che interessava a Cassavetes, quanto mostrare tutti e due i gruppi allo sbando, perduti e sottolineare quanto non ci fossero vere differenze. 
Un film prezioso e particolare. 
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo. 
(In una scena all'interno di un locale si intravede anche una giovanissima Gena Rowlands).


Voto: ****









Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












  
Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento