sabato 14 marzo 2015

Anime Nere di Francesco Munzi, storia di una famiglia invischiata con l'ndrangheta dell'Aspromonte e la difficoltà di uscirne. Film girato, scritto e interpretato magnificamente. Un gioiellino

Oggi vi voglio parlare di un film italiano recente davvero molto interessante, riuscito e ben fatto.
Mi riferisco ad Anime Nere di Francesco Munzi.
Ecco la recensione:




Anime Nere di Francesco Munzi del 2014. Con Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Anna Ferruzzo, Giuseppe Fumo, Barbora Bobulova, Aurora Quattrocchi, Paola Lavini. (103 min. ca.)
La storia di una famiglia - invischiata con l'ndrangheta dell'Aspromonte - composta da tre fratelli. Luigi (Leonardi) fa il trafficante di droga, Rocco (Mazzotta) abita a Milano con la moglie Valeria (Bobulova) e una figlia. Luciano (Ferracane) è rimasto in Calabria e fa l'allevatore e non vuole più saperne degli sporchi giri. Suo figlio Leo (Fumo) è un ventenne un po' bulletto che si mette contro un clan mafioso sparando contro le vetrate di un bar e innescherà una guerra. 









 





Tratto dal romanzo omonimo di Gioacchino Criaco - e presentato con successo di critica e pubblico alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia -, è uno spaccato realistico di una famiglia con il destino già segnato di chi nasce in quei posti e che volente o nolente deve fare i conti con la malavita. 
Due figure sembrano essere un attimo diverse dalle altre (anche se destinate comunque a soccombere): Luciano e Valeria. Il primo è il punto di vista interno, delle dinamiche interne (anche se vorrebbe tirarsene fuori), mentre la seconda (come ha spiegato la stessa Bobulova in un'intervista) è un po' un terzo occhio, un punto di vista esterno che guarda le cose in maniera più lucida e il pubblico non può che provare empatia ed identificarsi. 
Girato in modo impeccabile, mostrando la bellezza selvaggia ma anche la desolazione di quegli ambienti molto chiusi, molto decadenti e lasciati a se stessi (anche le stesse abitazioni sembrano cupe o malmesse, trascurate). 
La sceneggiatura è potente, solida, senza troppi fronzoli perciò diretta, con dialoghi e situazioni verosimili. Gli attori tutti in parte e davvero in gamba (alcuni sconosciuti, altri di teatro. Tra i più famosi Barbora Bobulova si conferma sempre più brava). Tutto è impeccabile. 
Se la trama sa di già visto e sentito, è ma messa in scena ad essere convincente, senza sbavature. 
La violenza è funzionale. 
Un film veramente lodevole, coinvolgente (nonostante i sottotitoli, che non disturbano) ed inquietante. 
Una tragedia (anche di un padre che vorrebbe tutelare il figlio da un ambiente spietato) che ricorda, in piccolo, quella dei classici (Il Padrino ad esempio). Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2/****







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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