mercoledì 21 gennaio 2015

CULT: I ponti di Madison County di Clint Eastwood, film sentimentale d'atmosfera diretto e interpretato benissimo da Meryl Streep e dallo stesso Eastwood con scene indimenticabili

Oggi vi voglio parlare di un film famosissimo di anni fa. Un cult del genere sentimentale diretto da un grande regista.
Mi riferisco a I ponti di Madison County di Clint Eastwood.
Ecco la recensione:





I ponti di Madison County (The Bridges of Madison County) di Clint Eastwood del 1995. Con Clint Eastwood, Meryl Streep, Annie Corley, Victor Slezak, Jim Haynie, Phyllis Lyons, Debra Monk, Michelle Benes, Richard Lage. (135 min. ca.)
I figli di Francesca Johnson (Streep), casalinga di origini italiane, sono chiamati dal notaio dopo la morte di questa per le ultime volontà. Scopriranno che la madre vuole essere cremata, le ceneri dovranno essere sparse da un ponte di Madison County e che aveva avuto una relazione nel 1965 - quando aveva quarantacinque anni - di quattro giorni con il fotografo del National Geographic Robert Kincaid (Eastwood), passato in quelle zone (Iowa) proprio per un servizio fotografico sui ponti. La loro breve storia - conclusasi bruscamente per salvaguardare la famiglia e loro due ancora adolescenti - influenzerà tutta la sua vita. Dopo un momento di smarrimento, accetteranno il volere della madre e capiranno le sue ragioni. 
































Film sentimentale per antonomasia tratto dal romanzo omonimo di Robert James Waller, dallo stile asciutto e old style con due attori in parte (anche se Meryl Streep - che parla con un accento vagamente italoamericano - fa troppe smorfie e troppi sguardi vacui, che abbiamo imparato a conoscere, amare o a detestare, ma è impeccabile, bravissima, perfetta per il ruolo e Clint Eastwood interpreta un ruolo inconsueto per lui con molta misura e dedizione. Fra di loro c'è una chimica evidente, palpabile fin dalla prima scena insieme), belle ambientazioni (manco a dirlo), belle atmosfere, un pizzico di erotismo, sceneggiatura solida, colonna sonora impeccabile con canzoni jazz e musiche di accompagnamento adeguate alla situazione (una composta dallo stesso Eastwood) e con scene di impatto emotivo e strappalacrime ma realmente curate nei particolari (spoiler: la mano sulla maniglia del furgone) ed altre d'amore. 
Ciò che stupisce è la delicatezza nel raccontare un rapporto tra due persone di mezza età in un'epoca e in un luogo pieno di tabù nei quali abbandonare la famiglia per scappare con un altro uomo era come una condanna a morte ed inoltre quasi non contemplata dalle persone con una certa educazione e rigore morale. 
Perciò non è una pellicola meramente romantica ma anche una pellicola sulle scelte: il linguaggio non verbale, i dialoghi, ogni cosa rimanda a questa voglia di trasgredire, di cogliere l'occasione, di seguire i propri istinti per poi trovarsi purtroppo a soffocarli. 
E i personaggi di Francesca e Robert incarnano tutto questo: lottano per un briciolo di libertà e chiedono soltanto di essere felici. E quando la realtà li porta con i piedi per terra, si aggrapperanno a quegli unici istanti di felicità nei quali erano liberi di essere se stessi e di vivere le cose pienamente. La regia scava, va a fondo pur rimanendo di ampio respiro. 
Lo sguardo appassionato di Eastwood dietro la macchina da presa (dal punto di vista di Francesca) e la vicenda appassionante coinvolgono, rendendo lo spettatore attivamente partecipe. 
Un piccolo grande film (girato in soli 38 giorni, in ordine cronologico e in un take solo, con un budget neanche tanto alto) realizzato benissimo, senza cadute di stile (ma un po' "svenevole", com'è giusto) diventato ragionevolmente un cult da vedere e rivedere (non soltanto da un pubblico femminile). Consigliatissimo.


Voto: ***









Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata

2 commenti:

  1. CHIEDO CHI E' bETTY NEL FILM I PONTI DI mADISON COUNTY LA MOGLIE DEL FIGLIO DI FRANCESCA'?? GRAZIE

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  2. Devo ammettere che non mi ha mai attirato. Riconosco che il genere non fa per me.

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