giovedì 11 dicembre 2014

Sister di Ursula Meier, dramma sulla solitudine e la desolazione (anche dei rapporti). Presentato al Festival di Berlino (ottenendo una menzione speciale per l'Orso D'Argento), è un film scarno, essenziale ma coinvolgente. Bravissimi gli attori. A cominciare dal piccolo protagonista

Oggi vi voglio parlare di un film recente molto scarno, essenziale ma ben diretto e ben recitato. Una piccola scoperta.
Mi riferisco a Sister di Ursula Meier.
Ecco la recensione:





Sister di Ursula Meier del 2012. Con Kacey Mottet Klein, Léa Seydoux, Martin Compston, Gillian Anderson, Jean-François Stévenin, Yann Trégouët. (100 min. ca.)
Simon (Klein) e Louise (Seydoux), vivono in Svizzera vicino al comprensorio sciistico delle Alpi. Simon ruba ai turisti e rivende scii e accessori per mantenere lui e la sorella (vivono nelle case popolari). Delle conoscenze metteranno a repentaglio la riuscita di questi furti.



















Interessante storia di solitudine e desolazione, del confronto tra la povertà dei protagonisti e la ricchezza dei turisti in vacanza, raccontata in maniera essenziale, asciutta e senza fronzoli (quasi senza colonna sonora).
Eccezionale il piccolo Kacey Mottet Klein, espressivo e ben calato nella parte. Sempre in gamba Léa Seydoux in un ruolo fragile, ambiguo e sofferto. Cameo convincente per Gillian Anderson (che recita anche in francese e interpreta come sempre bene i personaggi snob).
Un film forse un po' freddo - e malinconico al punto giusto - ma che paradossalmente si fa guardare con facilità e coinvolge.
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***









Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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