martedì 16 dicembre 2014

Sei gradi di separazione di Fred Schepisi, commedia drammatica con due protagonisti in stato di grazia (Will Smith e Stockard Channing, nomination all'Oscar per quest'ultima) che non nasconde la sua provenienza teatrale. Bizzarra e piacevole

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa molto piacevole. Teatrale, molto teatrale ma bizzarro a sufficienza (per la trama e il cast) da essere realmente curioso.
Mi riferisco a Sei gradi di separazione di Fred Schepisi.
Ecco la recensione:





Sei gradi di separazione (Six Degrees of Separation) di Fred Schepisi del 1993. Con Stockard Channing, Will Smith, Donald Sutherland, Ian McKellen, Mary Beth Hurt, Bruce Davison, Richard Masur, Heather Graham, Anthony Michael Hall, Catherine Kellner, Oz Perkins, Anthony Rapp, Eric Thal. (111 min. ca.)
I Kittredge, Flan e Ouisa (Sutherland e Channing), ricchi mercanti d'arte newyorkesi, si fanno abbindolare da un giovane di colore che si spaccia per il collega universitario dei loro figli e il figlio di Sidney Poitier e cerca di insidiarsi nelle loro vite con l'intenzione di derubarli. Scopriranno che la setessa cosa è successa anche ad altre famiglie.























Tratto da una commedia teatrale off-Broadway ed ispirato ad un vero fatto di cronaca su un certo David Hampton, è una commedia drammatica che effettivamente non tradisce le sue radici ma le esalta per il modo di intervenire nel dire le battute, per la maniera enfatica di pronunciarle, per quell'effetto di straniamento e quella sensazione di finzione che non abbandona mai lo spettatore. Will Smith è perfetto per il ruolo di Paul: arrogante, esuberante, ammaliante. Una vera volpe. Stockard Channing (nominata agli Oscar) è ineccepibile nel ruolo della snob altruista, bonacciona malleabile. Donald Sutherland è come al solito impeccabile ed elegante. Gli altri fanno la loro.
La regia è buona e sa cosa sottolineare, la sceneggiatura è abbastanza brillante di John Guare (l'autore della commedia).
Un film particolare, bizzarro - anche per la stessa trama - e ritmato che delude un po' nel finale tirato via ma che rimane comunque affascinante ed anche divertente se si sta al gioco.
Piacevole e curioso. Da vedere. Consigliato.

I "sei gradi di separazione" si rifanno alla teoria secondo cui una persona può essere collegata ad un'altra qualsiasi persona attraverso una catena di sei intermediari.


Voto: ***









Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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