giovedì 6 novembre 2014

Welcome di Philippe Lioret, film drammatico che parla di clandestinità e immigrazione senza sconti ma anche senza violenze fini a se stesse. Una pellicola toccante e intensa con due protagonisti perfetti

Oggi vi voglio parlare di un film intenso, molto toccante, che fa riflettere sul tema della clandestinità.
Mi riferisco a Welcome di Philippe Lioret.
Ecco la recensione:





Welcome di Philippe Lioret del 2009. Con Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Thierry Godard, Selim Akgül, Firat Celik, Murat Subasi, Olivier Rabourdin, Yannick Renier, Mouafaq Rushdie, Behi Djanati Ataï. (110 min. ca.)
Il diciassettenne iracheno Bilal (Ayverdi) arriva a Calais in Francia dove si è fermato momentaneamente (dopo essere stato scoperto come clandestino in un camion ma aver fatto praticamente tutta la strada a piedi) per poter raggiungere l'Inghilterra dove lo aspetta la sua ragazza Mina (Ayverdi), promessa sposa ad un altro, un cugino del padre proprietario di un ristorante. Dato che giocarsi nuovamente la carta del camion sarebbe impossibile, decide di attraversare la Manica a nuoto. Perciò si iscrive in piscina per allenarsi e conosce l'apparentemente burbero Simon (Lindon), l'istruttore che lo segue. Questi, un uomo solo ed in procinto di divorziare, ospita sia lui che un amico, anch'egli clandestino (che ne frattempo deruba Simon di una medaglia d'oro) e poi soltanto lui, inimicandosi i condomini e diventando un sospettato alla Polizia. Piano piano l'uomo comincerà a nutrire stima ed affetto verso di lui considerandolo praticamente suo figlio e cercherà di aiutarlo nella sua missione. Purtroppo con esito negativo.

















Film drammatico, toccante, che commuove senza inutili patetismi.
La trama è semplice, lineare e scorre lenta, nella normalità della vita dei due protagonisti ed ha un culmine nel finale dolentissimo e inaspettato.
Una pellicola che fa riflettere sul tema dell'immigrazione e della clandestinità, senza sconti (ma evitando immagini violente fini a se stesse), senza neanche dire che tutti gli immigrati sono brave persone, ma altresì mostrando con Bilal le persone volonterose e realmente bisognose di aiuto (quelle che solitamente fanno una brutta fine perché smaliziate, innocue, ingenue).
La regia è buona con una direzione degli attori perfetta (l'interazione tra Simon e Bilal pare verosimile. E parlano tutti e due - nella versione originale - l'inglese per intendersi). In parte gli altri attori.
Nonostante gli stereotipi e tutti i cliché del caso siano ovviamente presenti, non pesano.
Un film riuscito nella sua essenzialità.
Da vedere assolutamente (in lingua originale sembra più realistico e meno stereotipato). Consigliatissimo.


Voto: ***1/2







Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?










  
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