martedì 11 novembre 2014

La caduta degli dei di Luchino Visconti. Saga familiare nella Germania anni '30 pomposa e magniloquente, dai toni cupi e grotteschi. Cast perfetto (Ingrid Thulin e Helmut Berger sopra tutti)

Oggi voglio parlarvi di un film leggendario. Duro, cupo, con diverse chiavi di lettura. Una pellicola ostica, pomposa.
Mi riferisco a La caduta degli dei di Luchino Visconti:





La caduta degli dei di Luchino Visconti del 1969. Con Dirk Bogarde, Ingrid Thulin, Helmut Griem, Helmut Berger, Renaud Verley, Umberto Orsini, Reinhard Kolldehoff, Albrecht Schoenhals, Charlotte Rampling, Florinda Bolkan, Nora Ricci. (155 min. ca.)
In Germania gli Essenbeck sono industriali metallurgici che nel biennio '33-'34 devono fare i conti con l'ascesa del Nazismo e beghe familiari.

























Interessante e solidissimo dramma pomposo e magniloquente che vira soprattutto nel finale in toni grotteschi.
Violenza, pedofilia, incesto, sparatorie, corpi nudi: c'è di tutto.
Visconti è come al solito un perfezionista. Ogni cosa è pensata: anche i singoli gesti diventano elementi della composizione d'immagine (seggestiva). A volte anche a discapito di una maggiore spontaneità e sincerità dell'opera.
Bravissimi gli attori. Su tutti una Ingrid Thulin struggente, affranta, dolente e alla fine una vera e propria maschera e l'ambiguo Helmut Berger.
Un film complesso, complicato e affascinante, prolisso, dai tempi dilatati.
Da vedere assolutamente (anche se può essere ostico). Consigliatissimo.


Voto: ***1/2







Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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1 commento:

  1. Visconti ha fatto di meglio; nel senso che ho apprezzato di più "Morte a Venezia", "Ludwig" e forse anche "Gruppo di famiglia in un interno".
    Credo sia troppo denso, volutamente pieno di troppe tematiche.
    Però nel suo essere "tanto" mi è piaciuto.
    Una famiglia più disgraziata di quella non s'è mai vista (cinematograficamente parlando)
    Helmut Berger è meraviglioso.

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