domenica 14 settembre 2014

Yentl di Barbra Streisand, musical anomalo e debutto dietro la macchina da presa della cantante-attrice-tuttofare. Belle ambientazioni, ingredienti ben dosati (tranne qualche ingenuità, strizzate d'occhio al pubblico e autocompiacimento). A suo modo un cult

Oggi voglio parlarvi di un film particolare per via del regista (anzi, è una donna) e dell'ambientazione. E' un musical realizzato bene, con sentimentalismo e qualche ingenuità. Da molti considerato un cult (e probabilmente lo è a suo modo).
Mi riferisco a Yentl di Barbra Steisand.
Ecco la recensione:



Yentl di Barbra Streisand del 1983. Con Barbra Streisand, Mandy Patinkin, Amy Irving, Nehemiah Persoff, Steven Hill. (132 min. ca.)
Agli inizi del 1900 Yentl (Streisand) è una giovane donna ebrea figlia di un rabbino che non si sente portata per la vita da casalinga e moglie. Alla morte dell'amato genitore decide di partire ed iscriversi ad una yeshiva travestendosi da uomo per studiare le sacre scritture proibite alle donne. Conoscerà per primo Avigdor (Patinkin) - già promesso sposo dell'affascinante e sottomessa Hadass (Irving) - e si presenterà come Anshel. Piano piano i sentimenti per lui cominceranno a farsi sempre più forti mentre Avigdor, avendo problemi con la famiglia di Hadass, cercherà il suo aiuto. 

































Tratto dal racconto Yentl The Yeshiva Boy di Isaac Bashevis Singer, è un film interessante per varie ragioni. E' un musical anomalo: le canzoni fanno da anello di congiunzione tra le varie parti e a volte le sentiamo soltanto e la Streisand ne riprende il playback a sprazzi. Insomma, non prevaricano. 
Il tema, molto femminista, è particolare, delicato, così come è delicata la storia principale, quella che scatena gli equivoci, cioè il camuffamento della protagonista. Il tutto è studiato nei particolari e calibrato. 
Nonostante ciò qualche lunghezza c'è ed inoltre il lato romantico (che a quanto pare in tutte le opere della Streisand ci deve essere. Chissà, forse ha paura di risultare meno donna o priva di sentimenti) che può risultare sdolcinato e un po' troppo di maniera, anche se tuttavia è il fulcro della trama. A onor del vero bisogna dire che certe cose invece sorprendono: alcune riprese sono bellissime (il finale con la ripresa della nave e la carrellata all'indietro, oppure la scena della carrozza sul ponte o quella della festa di matrimonio con riprese dal basso verso l'alto: di solito gli sposi vengono sollevati su delle sedie e tutti gli ruotano attorno. In quest'ultimo caso anche il montaggio è magistrale essendo la scena cantata - sempre parzialmente - condensando il momento della vestizione pre-matrimonio e il festeggiamento dello stesso, utilizzando appunto il montaggio alternato), la direzione degli attori è impeccabile, la sceneggiatura ha qualche ingenuità. Il finale è troppo affrettato e insoddisfacente. 
Barbra Streisand (qui produttrice - perciò ha messo mano su tutto, anche sulle musiche e tutti i dettagli -, regista, attrice, sceneggiatrice, cantante. Cosa inusuale per una donna) per la prima volta dietro la macchina da presa si dimostra consapevole, preparata, lucida. Sa cosa vuole e come mostrarlo. La sua proverbiale pignoleria (ed un certo autocompiacimento) indubbiamente si sente, come si sente il timore di sbagliare ma non è per niente un esordio malvagio. 
Come attrice poi è brava, si impegna (anche se non sempre, a seconda dell'inquadratura, riesce a convincere nei panni di un uomo, anzi, di un ragazzo) e quando la si ascolta cantare non si può che rimanerne affascinati. 
La colonna sonora (vincitrice del premio Oscar) è buona, i brani sono ispirati anche se un po' anonimi (ma le famose Papa, can you hear me?, A piece of sky e altre perle sono piacevoli e ben contestualizzate all'interno della pellicola). 
Mandy Patinkin è perfetto nel ruolo dell'innamorato e saggio Avigdor. 
Il tutto in un contesto europeo (le riprese oltre che negli studi di Londra e della California sono state effettuate in Cecoslovacchia e a Praga) con i costumi che riprendono Chagall (la Streisand ha detto di aver studiato i suoi dipinti) e che alcuni detrattori hanno definito troppo caricaturali à la Il violinista sul tetto*di  Norman Jewison. 
Bella la fotografia e l'uso delle luci (quando Yentl canta Papa, can you hear me? solo una candela illumina la scena che si chiude quasi con un'iride). 
Un film non del tutto compreso - da alcuni altresì sopravvalutato - ma valido. 
Non un capolavoro imperdibile ma piacevole e ben realizzato. Se visto di malavoglia potrebbe annoiare per via dell'ambientazione. 
Da vedere per curiosità (in lingua originale. La Di Meo è sempre molto brava a doppiare la Streisand - togliendo la piattezza e alcune inesattezze della traduzione - ma lo stacco tra il parlato e il cantato improvviso potrebbe disorientare). Consigliato.

*Mia recensione

Voto: ***














Il trailer:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











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