giovedì 18 settembre 2014

Ritorno a Cold Mountain di Anthony Minghella, polpettone epico in bilico tra sentimento e dramma. Fintissimo, patinato, prolisso. Con un cast sprecato

Oggi vi parlerò di un film di qualche anno fa deludente (ma già lo immaginavo), prolisso, un polpettone hollywoodiano di genere.
Mi sto riferendo a Ritorno a Cold Mountain di Anthony Minghella.
Ecco la recensione:





Ritorno a Cold Mountain (Cold Mountain) di Anthony Minghella del 2003. Con Jude Law, Nicole Kidman, Renée Zellweger, Eileen Atkins, Kathy Baker, Brendan Gleeson, Philip Seymour Hoffman, James Gammon, Natalie Portman, Giovanni Ribisi, Charlie Hunnam, Jack White, Donald Sutherland, Ray Winstone, Emily Deschanel, Jena Malone, Lucas Black, Tom Aldredge, Ethan Suplee, James Rebhorn, Cillian Murphy. (148 min. ca.)
Cold Mountain, North Carolina. Durante la Guerra di Secessione Ada (Kidman), ricca, posata e affascinante figlia del reverendo Monroe (Sutherland) aspetta il ritorno del suo fidanzato (che non conosceva un granché ma di cui si era innamorata, ricambiata), il timido carpentiere Inman (Law), arruolatosi tra i sudisti. Nel frattempo verrà aiutata nella ricostruzione della sua dimora da Ruby (Zellweger), una rude ma volonterosa e simpatica ragazzotta. Dovranno fare i conti con gli uomini che cercano i disertori. 

























Tratto dal romanzo di Charles Frazier, è un film epico di guerra in bilico tra il sentimentale e il drammatico. Girato benissimo, con una bellissima ambientazione (e fotografia) fra la campagna e i boschi, curato nei particolari (costumi, ecc...), è un polpettone indigesto, prolisso e troppo patinato, con dialoghi fintissimi, scene altrettano telefonate, violenza a volte fine a se stessa e una infinita serie di tragedie che non danno tregua ai protagonisti. 
Grandissimo cast sprecato. La Kidman - che a quel tempo aveva ancora l'espressività facciale - è in parte. Non le riusciva difficile il ruolo della bella e fragile donna che deve imparare ad affrontare le difficoltà che una guerra porta, Jude Law si impegna anche se spesso sembra un po' distaccato e finto. Renée Zellweger è insospettabilmente brava in un ruolo un po' furbo, detestabile e amabile al contempo (probabilmente è l'unico personaggio con il quale lo spettatore può avere un punto di contatto). Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista abbastanza meritato (compare veramente troppo poco ed è comunque sopra le righe, ma si sa come viene assegnato questo premio). Gli altri fanno la loro figura. 
E' proprio l'essere studiato a tavolino per raccontare la solita storia dei due amanti che si ricongiungono, con peripezie a non finire e la guerra di mezzo, ad essere insostenibile. L'artificiosità degli eventi che si susseguono e lo stile riconoscibilissimo di Minghella che riesce a rendere patetiche anche le scene più emozionanti e drammatiche, non aiutano a rendere godibile la pellicola, nonostante gli sforzi evidenti. 
C'è un grande dispendio di energia che però non viene indirizzato nel modo giusto. E come ne Il paziente inglese* ci si commuove a comando senza mai riuscire ad empatizzare veramente con Ada e Inman. 
E' il classico film hollywoodiano (dispiace constatare che Sydney Pollack ne sia il produttore) da portare agli Oscar, realizzato impeccabilmente, con attori di fama, bellocci e in voga al momento, ma che non aggiunge nulla cinematograficamente né dà nulla al pubblico. 
Da vedere per curiosità. Consigliato solo a chi ama questo genere. 


*Mia recensione

Voto: **







Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











  
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