giovedì 4 settembre 2014

Dancer in the Dark di Lars Von Trier, dramma musicale e anti-musical duro, difficile da digerire, con un'ottima rivelazione quale Björk (che ha composto anche i brani) come protagonista e tutto il resto del cast in parte. Già un cult

Oggi voglio parlarvi di un film crudo, durissimo, emotivamente difficile da sopportare diretto da uno dei registi più controversi degli ultimi anni.
Mi riferisco a Dancer in the Dark di Lars von Trier.
Ecco la recensione:




Dancer in the Dark di Lars von Trier del 2000. Con Björk, Catherine Deneuve, David Morse, Peter Stormare, Joel Grey, Cara Seymour, Vladica Kostic, Jean-Marc Barr, Vincent Paterson, Siobhan Fallon, Udo Kier. (140 min. ca.)
Stati Uniti. Selma Jezkova (Björk) è una donna povera immigrata dalla Cecoslovacchia che lavora come operaia in una fabbrica, condannata alla cecità per una malattia ereditaria, che sfugge dalla triste realtà fantasticando di essere in un musical (tipicamente americano). Anche il figlio Gene se non verrà operato d'urgenza con gli anni perderà la vista. Selma perciò ha risparmiato un bel gruzzolo quando un finto amico e poliziotto (Morse) riesce a rubarglieli. Selma lo va a trovare e accidentalmente gli spara ma poi si accanisce. Verrà arrestata e condannata a morte. 





























Film girato con le regole del Dogma 95: camera a spalla, musica interna. Regole che non vengono rispettate quando compaiono d'improvviso gli originali numeri musicali (con i brani scritti dalla stessa Björk e con l'uso talvolta di elementi interni e "musica concreta": macchine della fabbrica che cigolano, piedi che battono il tempo, ecc...): soprattutto nel finale viene adoperato sapientemente il dolly. 
Bizzarro e crudele, considerato a ragione un anti-musical, le scene di canto e ballo sono frutto della mente fragile ed evidentemente disturbata della tenera Selma. 
Una pellicola che gioca con molti stereotipi (nella trama stessa c'è un'esasperazione negli avvenimenti sfortunati che deve passare la protagonista) e sovverte l'idea stessa del musical pur mettendo in scena balletti coreografati, ma sempre nel bel mezzo di momenti drammatici. 
Gli attori sono molto bravi: Björk è una rivelazione. Perfettamente calata nella parte. E' così dolce che lo spettatore non può non simpatizzare per lei. Catherine Deneuve, che interpreta l'amica Kathy, è convincente, bel ruolo. David Morse è altrettanto perfetto con i suoi modi subdoli, ambigui. Cameo di Joey Gray. 
Interessanti i vari richiami ai musical hollywoodiani. Più volte la protagonista canta My Favourite Things da Tutti insieme appassionatamente; il figlio si chiama Gene (in onore di Gene Kelly?) e compare verso la fine, per l'appunto, Grey, famossimo per Cabaret di Bob Fosse. 
Tutto è molto coerente: se le altre opere di Von Trier sono ostiche anche per la freddezza, qui invece ci si emoziona perché è tutto spinto a far leva sulla commozione mediante scene patetiche e altamente drammatiche. Il finale è devastante. 
Perciò ci si trova di fronte ad un film di fruizione media: le canzoni e la voce della protagonista potrebbero non piacere e le tematice trattate sono forti, inverosimili e i toni come sempre singolari, ma si lascia guardare con piacere anche da un pubblico meno "allenato" a questo genere - e alle pellicole di von Trier - per una certa tensione e i tempi non troppo dilatati. Originale e angosciante (e depressivo per lo spettatore, il quale in alcuni momenti proverà rabbia per le ingiustizie subite da Selma). 
Da vedere assolutamente (meglio in lingua originale, anche se l'edizione italiana ha i sottotitoli integrati sotto le canzoni) quando si è dell'umore giusto. Consigliatissimo. (Palma d'Oro a Cannes al film e alla Miglior Attrice, Björk).


Voto: ***1/2











Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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