venerdì 22 agosto 2014

Tra le nuvole di Jason Reitman film che parla di temi delicati con sensibilità e intelligenza. Ben realizzato e con un George Clooney in parte, cade sulla sceneggiatura poco solida ed incostante. Occasione sprecata. Sopravvalutato.

Oggi volevo parlarvi di un film recente che tutti hanno osannato ma che mi ha parzialmente deluso nonostante gli intenti e la buona confezione.
Mi riferisco a Tra le nuvole di Jason Reitman.
Ecco la recensione:




Tra le nuvole (Up in The Air) di Jason Reitman del 2009. Con George Clooney, Vera Farmiga, Anna Kendrick, Jason Bateman, Sam Elliott. (109 min. ca)
Ryan Bingham (Clooney) è un "tagliatore di teste", ossia un manager specializzato nel licenziare personale in giro per gli Stati Uniti per conto del suo capo aziendale Graig Gregory (Bateman). Viaggiando e fermandosi in un albergo durante una delle sue tante tappe conosce Alex (Farmiga), che come lui "colleziona miglia" dell'American Airlines e non vuole nessun legame duraturo. Si incontreranno più volte e Ryan sembra finalmente essersi stancato di abitare da solo e di vivere forzatamente "da eremita" come gli ha detto la sua "pupilla" Natalie (Kendrick). 
Le cose andranno diversamente da come si aspettava. 



















Film dolceamaro tratto dal romanzo omonimo di Walter Kirn che riesce a parlare di sentimenti, ma soprattutto di solitudine e di problemi sociali con molta sensibilità e intelligenza (qua e là viene fatto capire per l'appunto che chi ha qualcuno al proprio fianco, anche se dovesse affrontare un licenziamento o qualche altra brutta situazione, avrà più possibilità di essere felice di chi non ha affetti. Questa è la morale spicciola). 
La crisi - con relativa perdita del lavoro - viene adoperata per raccontare la storia di un uomo che si è volontariamente privato dell'amore di una donna preferendo vivere tra aeroporti e alberghi per quasi 365 giorni all'anno per evitare di impegnarsi in una relazione. Perciò i temi trattati non sono proprio leggeri nonostante Reitman (sua in parte è anche la sceneggiatura) metta sempre qualche battuta brillante e una spruzzata di humour, ma qui, a differenza di Juno, non si passa da momenti di infelicità alla risoluzione dei problemi, succede il contrario. Infatti, se un momento prima lo spettatore stava venendo colpito da un eccesso di melassa, in quello successivo rimane sconsolato (come il protagonista) nel vedere che le cose non si evolveranno per niente bene. Ciò è positivo per la storia e la pellicola stessa che sembra andare in una direzione banalissima ma che invece va da tutt'altra parte. Ma c'è un "ma". 
Mettiamo le mani avanti: è realizzato bene. Montaggio perfetto, fotografia idem, George Clooney è in grande spolvero (espressivo - doppiato non si può sentire però -, di carattere, credibile nel ruolo di "scapolone d'oro". Le altre attrici sono bravine ma vengono oscurate da lui), è un film che ha una sua eleganza e dignità. 
I difetti vengono però probabilmente dal dosaggio dei vari elementi per colpa di una sceneggiatura non proprio solidissima e una regia che non riesce a ottenere un ritmo costante. 
Di conseguenza funziona a tratti: certe scene raggiungono lo scopo (quelle dei vari licenziamenti anche telematici o della disamina dei rapporti di coppia), altre paiono mosce, poco convincenti. 
Lo stesso finale, doverosamente aperto, non graffia quanto dovrebbe: il pubblico può soltanto constatare un'apertura mentale e una crescita di Ryan, magari anche commuoversi per empatia ma cinematograficamente parlando non è d'impatto. 
Non un capolavoro come l'hanno definito in molti (sei assurde nomination all'Oscar. Forse l'unica meritata è quella di Clooney ma le altre?) ma un film triste, furbescamente triste, con alcune trovate causa-effetto telefonatissime (SPOILER, la donna licenziata che aveva minacciato di suicidarsi gettandosi da un ponte poi lo fa sul serio e allora Natalie si dimette?) anche se godibile. 
Da vedere con il giusto distacco e per curiosità.


Voto: **1/2








Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?













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