lunedì 25 agosto 2014

Marigold Hotel di John Madden, film sul tema del viaggio "spirituale" che bada più alla forma e all'estetica che non alla sostanza. Pieno di stereotipi e situazioni melense, perbeniste e imbarazzanti, ha il suo solo punto forte negli attori: su tutti una meravigliosa Judi Dench. Da vedere (esclusivamente per curiosità) soltanto in lingua originale

Oggi voglio parlarvi di un film leggero che non è piaciuto a tutti e ha avuto un sacco di critiche negative. In effetti non è bellissimo ma neanche così da buttare sostanzialmente per merito degli attori. Guardato in lingua originale le interpretazioni fanno la differenza.
Mi sto riferendo a Marigold Hotel di John Madden.
Ecco la recensione:




Marigold Hotel (The Best Exotic Marigold Hotel) di John Madden del 2012. Con Judi Dench, Bill Nighy, Maggie Smith, Tom Wilkinson, Penelope Wilton, Dev Patel, Celia Imrie, Ronald Pickup, Tena Desae, Lillete Dubey. (124 min. ca.)
Un gruppo di inglesi "anziani" e delusi dalla vita si ritrova in aeroporto per andare in India e soggiornare nel pubblicizzatissimo Best Exotic Marigold Hotel. C'è la vedova Evelyn (Dench), la coppia Ainslie (Nighty e Wilton), la bambinaia in pensione razzista e snob (Smith), Graham (Wilkinson) ex Giudice gay, i due single alla ricerca di nuove emozioni (Imrie e Pickup). Ovviamente in un modo o nell'altro (con qualche perdita e sofferenza) riusciranno tutti a ottenere qualcosa. 
























Film furbissimo che nel contesto della pittoresca e suggestiva India racconta delle storie piuttosto patetiche e sotto sotto poco coraggiose e perbeniste, nelle quali conta più la forma che la sostanza. 
A partire dalla storia di Graham e del suo vecchio amore. 
Ma non è tutto da buttare. Se la sceneggiatura è banale, semplice, piena di melensaggini e la regia segue questi toni, sono gli attori a dare a conferire quella marcia in più, quel poco di qualità. 
Tutti sono in parte: meravigliosa, sensibile Judi Dench (difficile non empatizzare con lei e non volerle bene. Nella scena in cui piange la si vorrebbe abbracciare). Bill Nighy è sorprendentemente misurato e credibile in un ruolo drammatico. Maggie Smith come al solito sguazza bene nel ruolo della presuntuosa che mano a mano nasconde un animo dolce. Penelope Wilton è come sempre incantevole e sottovalutata. La Imrie è simpatica e anche gli altri fanno il loro lavoro. 
Il problema è che il buonismo urticante che in qualche momento prende il sopravvento (maggiormente nelle scene del tira e molla tra Patel e Desae) rovina tutta l'atmosfera anche riflessiva e tenera che la protagonista principale e narratrice (la Dench per l'appunto) riesce a creare. 
Un peccato, perché il tema della vecchiaia in parecchi punti pareva essere trattato con la giusta misura ma certi elementi - come la stucchevolezza - hanno spostato la linea verso il sentimentalismo facile. 
Però c'è anche da dire che certe opinioni negative di critica e pubblico sono state troppo severe soprattutto per quanto riguarda gli attori. Per forza! Ancora una volta è necessario ribadirlo e in questo caso è imperativo: deve essere visto in lingua originale, assolutamente. Non solo per ascoltare il meraviglioso accento inglese ma per non trovarsi delle voci italiane che fanno a cazzotti con i personaggi a cui sono abbinate (quella di Penelope Wilton è oscena). Finte, piatte, per non parlare dell'adattamento: certi dialoghi amari che in originale fanno sorridere tradotti sono patetici. 
Perciò io credo che sia da vedere per curiosità per potersi godere assieme questo bel cast ma alla condizione di cui sopra, altrimenti è meglio starne alla larga. 


Voto: **(1/2) (Solo per gli attori)











Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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