sabato 23 agosto 2014

L'amore ha due facce di Barbra Streisand, commedia romantica old style con qualche maliziosità e furbizia ma con una protagonista (la stessa Streisand) adorabile e un Jeff Bridges in parte nel ruolo del genio imbranato. Lauren Bacall è una spalla impeccabile. Divertente, per i momenti di totale relax

Oggi voglio parlarvi di un film di qualche anno fa leggero leggero. Una commedia sentimentale all'inizio molto divertente che poi diventa forse un po' troppo mieloso. Ma è comunque sempre godibile. Prendo questa occasione per omaggiare la grande Lauren Bacall, un vero e proprio mito della vecchia Hollywood, venuta a mancare proprio pochi giorni fa e che in questa pellicola ha una parte che le calza a pennello (per la quale è stata nominata anche all'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista).
Mi riferisco a L'amore ha due facce di Barbra Streisand.
Ecco la recensione:





L'amore ha due facce (The Mirror Has Two Faces) di Barbra Streisand del 1996. Con Barbra Streisand, Jeff Bridges, Lauren Bacall, George Segal, Mimi Rogers, Pierce Brosnan. (126 min. ca.)
Gregory Larkin (Bridges) è un affascinante, goffo professore di Matematica alla Columbia University che non riesce a portare avanti nessuna relazione con donne altrettanto belle. Così mette un annuncio per conoscere una donna intelligente che abbia affinità intellettuale con lui ma che non sia attraente per non rovinare tutto con il sesso. Troverà quella persona in Rose Morgan (Streisand), insegnante di Letteratura sempre alla Columbia. Bruttina, insicura, la pecora nera della famiglia e in competizione con la sorella Claire (Rogers) che ha sposato l'uomo di cui lei era innamorata perdutamente (Brosnan) e perennemente in conflitto con l'ancora affascinante madre (Bacall). Cominceranno a frequentarsi, avranno molte cose in comune, si daranno consigli e Rose accetterà di sposarlo nonostante il patto esplicito di non avere implicazioni sessuali (se non su richiesta). Peccato che si innamorerà davvero, non ricambiata. Almeno così sembra... 






























Commedia romantica old style con qualche parentesi molto maliziosa e un linguaggio talvolta lievemente volgare con l'uso di parecchi doppi sensi (nella norma però, considerando che stiamo parlando degli anni '90) che riprende in parte il tema del film Lo specchio a due facce di André Cayatte del 1958 e i classici stereotipi di lui affascinante e lei brutta che si trasforma miracolosamente in un bel cigno (che poi questa trasformazione messa in atto dalla Streisand sia un po' ridicola è ovvio, dato che stringi stringi cambia poco. Ma non è questo il punto) e fa girare la testa a tutti. 
Detto così sembrerebbe qualcosa di inavvicinabile invece è molto divertente. 
Certo, c'è la battuta facile studiata a tavolino, ma si ride spesso e di gusto. 
Il problema arriva alla fine, quando, come al solito con la Streisand, tutto diventa melenso, romantico ad alto tasso di glicemia e un po' troppo stucchevole (ad esempio durante il bacio sentiamo - ma lo sentono anche Rose e Greg - il Nessun Dorma dalla Turandot di Puccini). 
Però bisogna ammettere che lei come regista sa quello che vuole, sa dirigere gli attori, sa come coinvolgere e arruffianarsi lo spettatore (in particolare nel suo monologo durante la lezione universitaria svela i "trucchi" che poi adopererà nel film stesso. In questo è molto narcisista ma è anche segno di una grande sicurezza in se stessa) e si impegna - come negli altri suoi due lavori. Letteralmente: anche qui lei è produttrice, regista, attrice, compositrice del tema portante ed anche della canzone dei titoli di coda con Bryan Adams I Finally Found Someone (il resto della colonna sonora è affidata all'amico Marvin Hamlisch). 
Poi la sua Rose è impeccabile. Ancora una volta si dimostra un'attrice sopraffina, buffa, dalla grande espressività anche facciale, dai tempi comici perfetti. Quella enorme sicurezza in se stessa di cui sopra le permette di non aver paura di mostrarsi non propriamente bella ma sicuramente magnetica e affascinante. Non si può fare a meno di empatizzare con lei, è adorabile (perfino troppo). 
Jeff Bridges prima di diventare il Drugo (in tutte le sue forme) che tutti abbiamo imparato ad amare, è stato un bell'uomo in senso canonico del termine e qui è altrettanto convincente nel ruolo del genio imbranato con la testa fra le nuvole, quasi idiota in un certo senso. Con la Streisand c'è chimica, si sente e si vede, fanno una bella coppia. 
La Bacall ha una parte da snob perfettamente nelle sue corde. Ma riesce ad essere convincente anche durante i dialoghi più intimi con la figlia sull'amore e sulla bellezza. In effetti proprio i dialoghi in alcune parti sono ineccepibili e certe scene particolarmente riuscite ("Mamma, da piccola mi trovavi bella? Non bella perché tutti i bambini lo sono, ma perché mi vedevi davvero così?"). 
Ecco, la Streisand è in gamba a richiamare esperienze comuni e a scavare nella memoria e nella psicologia del suo pubblico (nonché dei suoi protagonisti. Sarebbe stata un'ottima psicologa), non c'è dubbio. 
La sceneggiatura è brillante, con molte banalità e ricca di cliché, ma è così: prendere o lasciare. E' un film molto femminile, molto newyorkese (i taxi che non si fermano saranno il lietmotiv), straripante - "effetto diva" forse -, permeato dall'egocentrismo della protagonista. Ma è godibile. 
Da vedere (rigorosamente in lingua originale. Bridges sembra fintissimo, nonostante il suo doppiatore notoriamente bravo) in totale relax nelle giornate tristi. Consigliato. 


Voto: **1/2







Barbra mentre dirige sul set:







Il trailer:









Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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