martedì 19 agosto 2014

E' nata una stella di Frank Pierson, film musicale remake del film del 1954 di George Cukor (che a sua volta era un remake di quello del '37) spostato nel mondo della musica rock e pop. Un po' troppo melenso, sentimentale e imbolsito, non graffia come il predecessore. Ottime le performance della Streisand (un po' sopra le righe a livello attoriale ma come sempre molto convincente, fantastica durante i numeri musicali), in parte (ma messo da parte) Kris Kristofferson

Oggi voglio parlarvi di un remake abbastanza deludente. Non perché sia fatto male di per sé ma perché piuttosto inutile e per niente graffiante come lo erano stati i due predecessori (soprattutto quello del 1954).
Mi riferisco a È nata una stella di Frank Pierson.
Ecco la recensione:




E' nata una stella (A Star Is Born) di Frank Pierson del 1976. Con Barbra Streisand, Kris Kristofferson, Gary Busey, Paul Mazursky, Marha Heflin, M.G. Kelly, Tony Orlando, Robert Englund. (139 min. ca.)
Remake del film di Cukor con Judy Garland e James Mason del 1954 (che a sua volta era il remake del film del 1937) spostato però dal mondo del teatro al mondo della musica rock e pop. 
La storia è praticamente la stessa identica. Star - in fase di decadenza - del rock John Norman Howard (Kristofferson), un uomo piuttosto violento e dedito all'alcol e alle cattive maniere sul palco, scopre per caso in un locale Esther Hoffman (Streisand), una cantante bravissima, affascinante, di carattere. Se ne innamorerà pazzamente - ricambiato - la porterà al successo facendole fare un esordio da standing ovation sul palco, la sposerà e, nel momento in cui prenderà coscienza che Esther sta diventando famosa e lo sta oscurando (lui è in evidente crisi creativa), comincerà a bere, a fare scenate durante la consegna dei Grammy, a tradirla e alla fine, consapevole di essere sul punto di non ritorno si suiciderà schiantandosi con l'auto. Lei invece, dopo un breve periodo di rifiuto della sua morte, continuerà la carriera aggiungendo il cognome del marito elaborando nel contempo il lutto.





















Diretto dallo sceneggiatore di molti capolavori come Nick mano fredda e Quel pomeriggio di un giorno da cani, è un film musicale/sentimentale riuscito a metà, un po' prolisso, con una sequela di stereotipi triti e ritriti (visti oggi sono leggermente sorprassati). Se il film di Cukor era un capolavoro di coerenza, di eleganza e molto più complesso, qui il semplicismo rende molte cose statiche e telefonate. Non è orrendo, ma sembra un'opera stanca ed imbolsita che ha come unico scopo quello di mettere in risalto la bravura della Streisand che comincia in questi anni ad esercitare il suo potere ossia mettere le mani su ogni parte della pellicola (infatti è produttrice esecutiva, ha scritto la canzone portante, addirittura indossa i suoi stessi vestiti): la megalomania e il narcisismo si percepiscono dalla sua prima apparizione ma ciò non è un male perché lei è qualcosa di magnifico. Durante la scena della morte di Johnny è così naturale nelle sue reazioni da far paura. Stessa cosa nel finale in cui canta piangendo in maniera disinvolta con un'espressività incredibile: un vero mostro. (All'inizio però, ancora una volta, sembra avere qualche difficoltà con il playback. Si riprenderà poi). Carisma alle stelle, sensualità e fascino che neanche le più belle attrici riescono ad avere. 
Kris Kristofferson è in parte nel ruolo del rozzo alcolizzato, ha il piglio giusto, ed anche la voce giusta ma la Streisand giustamente (anche per un fatto di trama) lo mette in ombra. 
Non è tutto da buttare. I numeri musicali sono integrati bene: i protagonisti cantano sul palco o provano a comporre, o sono in studio di registrazione, non si mettono a starnazzare nel bel mezzo dei dialoghi (come succedeva nell'originale a dire il vero), quindi non è un vero e proprio musical. In certi momenti appare quasi documentaristico e ciò va a suo favore, è qualcosa di nuovo. 
Però poi si cade in melensaggini, nella consueta storia d'amore e nei soliti problemi di coppia delle star. Queste cose c'erano anche nel film del '54 ma la confezione classica le metteva molto meno in evidenza: gli ibridi non riescono mai del tutto. 
Tirando le somme è una pellicola che si lascia guardare nonostante la lunghezza ma non aggiunge niente, non graffia, non critica apertamente lo show business ma anzi lo celebra, non ci sono l'acutezza e il cinismo dell'originale e si dimentica presto, anche se il famosissimo brano Evergreen, con la musica composta dalla Streisand e vincitore dell'Oscar come Miglior Canzone, rimane in testa che è una meraviglia (o una tortura, a scelta). 
Lo si sentirà anche durante i titoli di coda (nella nostra edizione sarà eseguita in italiano dalla stessa Streisand. Un orrore, non per colpa sua che si impegna, però è inascoltabile e imbarazzante). 
Da vedere solo per curiosità e per gustarsi le performance.


Voto: **1/2
















Il trailer:




Evergreen:




Evergreen in italiano:








Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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