venerdì 29 agosto 2014

Americani di James Foley, film tratto dalla pièce teatrale di David Mamet (Glengarry Glen Ross il titolo orginale) che critica la società americana arrivista usando toni grotteschi e dialoghi deliranti, contorti, bizzarri. Un saggio di recitazione (nel senso positivo del termine): cast ricchissimo tra cui spiccano i due protagonisti Jack Lemmon e Al Pacino

Anche se è un po' tardi, voglio parlarvi di un film basato principalmente sulle performance attoriali (il cast è ricchissimo), tra le quali spicca quella di Al Pacino (ma in quell'occasione chi aveva preso la Coppa Volpi era stato l'altro protagonista, Jack Lemmon altrettanto grandioso), che tra l'altro sarà alla Mostra del Cinema di Venezia i prossimi giorni con due film. Quindi, quale occasione migliore per postare la recensione?
Mi riferisco al film Americani di James Foley.
Ecco la recensione:




 
Americani (Glengarry Glen Ross) di James Foley del 1992. Con Jack Lemmon, Al Pacino, Kevin Spacey, Ed Harris, Alan Arkin, Alec Baldwin, Jonathan Pryce, Bruce Altman, Jude Ciccolella. (100 min. ca.)
A Chicago, in un'agenzia immobiliare in perdita, viene lanciata una sfida per vendere di più: chi arriverà primo vincerà una Cadillac Eldorado, il secondo un set di coltelli, dal terzo in poi ci sarà il licenziamento. Faranno di tutto per rubarsi i clienti e riuscire a non venire cacciati. 




























Da un dramma teatrale di David Mamet, è un film grottesco, spietato dai dialoghi velocissimi, taglienti e piuttosto coloriti, nel quale si capisce subito che i toni dell'assurdo prenderanno il sopravvento. 
Bell'esempio di teatro filmato (o in scatola) dal ritmo sostenuto e recitato divinamente da tutti. Su tutti Al Pacino e Jack Lemmon che giganteggiano davvero. Tutti gli altri si accodano. Una vera e propria gara di bravura e una dimostrazione sul saper recitare. 
La critica sull'arrivismo (e rampantismo) viene schiaffata in faccia allo spettatore che viene travolto dalle vicende che si susseguono. Pertinente la musica jazz. 
Se si entra nell'ottica e si accettano la stucchevolezza e le battute poco verosimili, estreme e deliranti, è un'opera godibilissima. 
Da vedere per curiosità ma assolutamente in lingua originale (Giannini sarebbe anche bravo a doppiare Al Pacino, invece Rinaldi con quel suo accento romano strascicato rovina l'egregia prova attoriale di Lemmon). Consigliato.


Voto: ***












Il trailer:










Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












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