domenica 22 giugno 2014

The Way Back di Peter Weir, tratto dalle memorie di uno dei veri superstiti, è un film che tratta la fuga da un gulag siberiano. Di maniera ma avvincente e suggestivo

Oggi voglio parlarvi di un film "di genere" che parla di un argomento poco trattato al cinema, ossia dei gulag. Forse poco incisivo ma con qualche momento felice e dei bravi attori.
Mi riferisco a The Way Back di Peter Weir.
Ecco la recensione:




The Way Back di Peter Weir del 2010. Con Jim Sturgess, Ed Harris, Dragoş Bucur, Saoirse Ronan, Mark Strong, Alexandru Potocean, Colin Farrell, Gustaf Skarsgård, Sebastian Urzendowsky. (133 min. ca.)
La fuga da un gulag siberiano di un tenente polacco accusato di spionaggio (Sturgess), insieme ai suoi compagni e più tardi di una ragazzina (Ronan). Passeranno per la transiberiana, il deserto dei Gobi, il Tibet fino ad arrivare in India. Non senza patire la fame, la sete e qualche perdita. 

















Interessante film inizialmente di prigionia e successivamente più di avventura, che ben descrive la capacità di adattamento dell'uomo in posti sfavorevoli e del suo rapporto con la natura.
Tutti gli attori sono in parte (anche la giovanissima ma brava Saoirse Ronan, Amabili resti), regia di polso, sceneggiatura con qualche buco, salti temporali e qualche lungaggine. 
Bellissimi i paesaggi con inquadrature funzionali (c'è la collaborazione di Nation Geographic tra l'altro) e ottima la fotografia.
Una pellicola che effettivamente è simile a tante altre per lo svolgimento e per il finale, ma che narra una storia solitamente poco raccontata (ed in questo caso è tratto da avvenimenti reali). Interessate. 
Da vedere. Consigliato.


Voto: ***


















Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?









Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

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