sabato 28 giugno 2014

CULT (da recuperare): I cancelli del cielo di Michael Cimino, film che portò al fallimento della United Artists per i pochi incassi, che ha diviso pubblico e critica ma che, a distanza di anni, è stato rivalutato. Ottimo cast per un western atipico e indubbiamente suggestivo

Oggi voglio parlarvi di un film particolare. Che ha fatto la storia anche per aver portato al fallimento la United Artists per i pochi incassi a fronte di un costo enorme di produzione.
Mi riferisco a I cancelli del cielo di Michael Cimino (diventato volente o nolente un cult).
Ecco la recensione:



 
I cancelli del cielo (Heaven's Gate) di Michael Cimino del 1980. Con Kris Kristofferson, Christopher Walken, John Hurt, Isabelle Huppert, Sam Waterston, Brad Dourif, Jeff Bridges, Joseph Cotten, Mickey Rourke. (216 min. ca.)
Nella Contea di Johnson, Wyoming, nel 1890 si svolge la guerriglia fra gli allevatori della zona e gli immigrati dell'Est Europa, colpevoli di rubare il bestiame. Questi ultimi verranno difesi da James Averill (Kristofferson), sceriffo dalla parte dei poveri e innamorato - non del tutto ricambiato - da Ella (Huppert), prostituta e proprietaria di un bordello, che gli preferisce Nate, uno dei membri dell'associazione (Walken). Inoltre, nel gruppo c'è anche Billy Irvine (Hurt), amico e collega di James ad Harvard. Finirà in tragedia per tutti. 



















Film che venne stroncato pesantemente dalla critica non solo per la qualità del film in sé, quanto per il contenuto che distruggeva l'immagine dell'America, del mito americano. Inoltre incassò poco (portando al fallimento della United Artists), anche se successivamente il pubblico piano piano l'ha rivalutato. Ora è un cult a tutti gli effetti. 
Cominciamo a dire che è un western atipico, dai tempi lunghissimi (la mano di Cimino, osannato per Il cacciatore e infangato per questa pellicola, si sente eccome. C'è tutta la sua poetica, tutto il suo modo riflessivo di riprendere con piani sequenza), dalle scene violente. 
E' abbastanza ostico dunque, non soltanto per la durata (in originale durava cinque ore e venticinque), ma per il soffermarsi su alcuni passaggi in apparenza non necessari (ricordiamoci il ballo durante i festeggiamenti delle nozze sempre ne Il cacciatore: Cimino dev'essere ossessionato dalla danza come momento corale). 
Tutto è molto lento per arrivare agli ultimi, furiosi, straordinari minuti di "battaglia" con sparatorie, uccisioni, cadute da cavallo, dinamite. Così come è stupenda l'ambientazione, sono suggestive le scenografie e la fotografia - con quei colori così virati sui toni caldi- è suggestiva e gli attori fanno il resto. Kristofferson è davvero in gamba, Walken per come è conciato (con baffi e, giustamente, l'abbigliamento d'epoca) è ambiguo e inquietante, Bridges già allora faceva la sua figura in costume (anche se compare poco), la Huppert è magnetica e lontana da quella donna algida, severa che appare negli ultimi anni: qui era più in carne, con uno sguardo più dolce, forse più immaturo (sulle prime davvero irriconoscibile). Comunque è sempre bravissima. Gli altri sono di contorno ma funzionali (peccato che John Hurt si veda solo all'inizio sporadicamente). 
Un film spiazzante ma di indubbio fascino.
Da vedere assolutamente. Consigliatissimo.


Voto: ***1/2













Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?












Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

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