martedì 24 giugno 2014

CULT classico: Indovina chi viene a cena (?) di Stanley Kramer, commedia drammatica liberale moderna che ha scardinato molti tabù cinematografici - e non - riguardanti i rapporti interrazziali. Intelligente, simpatica, emozionante e recitata divinamente. Da recuperare

Oggi voglio parlarvi di un cult, di un classico sempreverde del cinema che tutti conoscono anche soltanto per il titolo entrato nel gergo comune (ma scritto in modo sbagliato dai titolisti).
Mi riferisco a Indovina chi viene a cena (il punto di domanda è di troppo senza la virgola dopo "indovina"). Un film valido sotto tutti i punti di vista (non ultimi gli attori protagonisti e non) e per cui provo molto affetto essendo il primo film della mia attrice preferita Katharine Hepburn che vidi (o perlomeno, più attentamente degli altri).
Ecco la recensione:




Indovina chi viene a cena (mi rifiuto di metterci il punto di domanda, anche se è stato distributo così) (Guess Who's Coming to Dinner) di Stanley Kramer del 1967. Con Spencer Tracy, Sidney Poitier, Katharine Hepburn, Katharine Houghton, Beah Richards, Roy E. Glenn, Cecil Kellaway, Isabel Sanford, Virginia Christine. (108 min. ca.)
Non c'è molto da spiegare: la storia è nota. Ragazza borghese (Houghton) con genitori liberali (Tracy ed Hepburn), torna a San Francisco dopo un soggiorno nelle Hawaii con il suo fidanzato, il Dottor John Prentice, un uomo di colore (Poitier). Dopo lo shock iniziale di tutti (compresa Tillie, la domestica, anche lei di colore) a parte dell'amico di famiglia e consigliere Monsignor Mike Ryan (Kellaway) e dopo l'arrivo tempestivo dei genitori di John (anche loro turbati dagli eventi) le cose si appianeranno. 





















Film liberale moderno che adesso sembra sorpassato ma non lo è (almeno nei contenuti, sulla forma e la messa in scena ci sarabbe da discutere) - il razzismo ingiustificato c'è ancora, ahimè - che in quegli anni ha abbattuto uno dei tanti tabù cinematografici e che dà da pensare anche oggi.
Regia solida del solito professionista Kramer (che sa cogliere tutte le sfumature della storia e degli sguardi), sceneggiatura altrettanto, ricca di spunti, che riesce ad affrontare l'argomento con una spruzzata di umorismo e molta tenerezza. 
Gli attori sono tutti bravissimi. Spencer Tracy al suo ultimo film è spontaneo come al suo solito, senza sovrastrutture, Sidney Poitier è altrettanto convincente (in particolare una frase pronunciata da lui al padre fa rabbrividire: "Tu ti consideri un uomo di colore, io mi considero un uomo"). 
Katharine Hepburn è fantastica: una donna grintosa, forte, ma che sa commuoversi al momento giusto e sa scindere e dar peso alle cose. In questo lei è imbattibile (indimenticabile la scena in cui licenzia la sua collaboratrice). Oscar meritatissimo per lei. Gli altri altrettanto bravi e in parte.




Poi, come detto, sono moltissime le scene madri costruite a tavolino per emozionare lo spettatore (come l'ultima con il monologo di Matt che dichiara l'amore a Christina. Una Hepburn visibilmente provata dalle parole di Tracy che sembrano adatte per la loro relazione e per il fatto che lui stava malissimo, tanto che morì tre settimane dopo la fine delle riprese). 
Sì, è una pellicola furba, ma che nel suo essere di maniera ed edulcorata riesce nell'intento. Sa cosa dire e come dirlo, è intelligente e realizzata benissimo, senza troppe lungaggini; è semplice e al contempo sofisticata. Piacevolissima, godibile. 
Un classico, un vero cult da vedere, rivedere (in lingua originale guadagna mille punti) e da proporre nelle scuole. Se qualcuno non l'avesse ancora visto lo faccia subito. 


Voto: ****


















Il trailer:





Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?











Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

Nessun commento:

Posta un commento