mercoledì 21 maggio 2014

La strada, uno dei capolavori di Federico Fellini con personaggi splendidi e memorabili e un'altrettanto indimenticabile colonna sonora di Nino Rota

Oggi vi voglio parlare di un film conosciutissimo, un cult italiano che ha fatto (e fa ancora) la storia del cinema (mondiale).
Mi riferisco a La strada di Federico Fellini.
Ecco la recensione:




La strada di Federico Fellini del 1954. Con Giulietta Masina, Anthony Quinn, Richard Basehart, Aldo Silvani. (108 min. ca.)
Gelsomina (Masina), una poveretta ingenua e stramba che fa parte di una famiglia numerosa, viene presa sotto "protezione" da Zampanò (Quinn), un rozzo saltimbanco, quando sua sorella e assistente muore. Con i suoi bruschi modi le insegnerà a suonare la tromba. Ma nel continuo spostarsi incontreranno "Il Matto" (Basehart), un acrobata nemico già a suo tempo di Zampanò. Gelsomina ci farà amicizia, ma ad un certo punto Zampanò lo uccide (senza volerlo, in effetti) in un attacco d'ira per l'ennesimo - bonario - sfottò. Gelsomina, così turbata da quell'episodio, rimarrà sotto shock e Zampanò, in un momento favorevole, l'abbandona. Dopo qualche tempo egli sentirà per la strada una donna che canta il motivetto che suonava sempre con la tromba (che le aveva insegnato "Il Matto") e scopre che Gelsomina è morta da molti anni, malata e ormai fuori di sé.
A quel punto Zampanò in preda ai sensi di colpa e al dispiacere per aver perso l'unica persona alla quale forse voleva bene e che gli voleva bene nonostante fosse trattata male, si abbandona ad un pianto inconsolabile in spiaggia di notte, dopo aver bevuto. 














Film tristissimo, poetico, malinconico, deprimente (ma con un riscatto finale), che mostra la miseria di questi poveri cristi che non sanno stare al mondo, che hanno bisogno di protezione e di amore ma che respingono qualsiasi persona offra a loro queste cose. 
Personaggi memorabili e che più in parte di così non si può. La Masina è dolcissima, tenera: le si vuole bene dal momento in cui compare in scena, il suo sguardo disincantato e la sua sensibilità sono l'anima della storia; Quinn è perfetto nel ruolo di bifolco rude, Basehart azzeccato nel ruolo de "Il Matto" (di nome, ma non troppo di fatto. Una persona che viveva con il sorriso). 
Pellicola straordinaria che ha dei momenti di forza narrativa ed emozionale anche senza far molto (la morte de "Il Matto" e la disperazione di Gelsomina fanno malissimo anche allo spettatore). Commuove sinceramente. 
Musica indimenticabile di Nino Rota. 
Un film cult e capolavoro ricco di suggestioni (vincitore del Premio Oscar come Miglior Film Straniero, meritatissimo) da vedere necessariamente. 


Voto: ****1/2















Il trailer:






Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?









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