giovedì 8 maggio 2014

CULT da recuperare: Bronx, opera prima da regista di Robert De Niro che si rifà ai suoi maestri regalando al pubblico un film nostalgico, coinvolgente ed emozionante

Oggi vi voglio parlare di un film non proprio recente, anzi, ma che è stato un bell'esordio alla regia per uno dei più grandi attori viventi (e non) quale Robert De Niro. L'avevo visto per la prima volta molti anni fa di notte su Rete 4 e me ne ero innamorata. L'ho rivisto qualche giorno fa in lingua originale. Sempre piacevole.
Mi sto riferendo a Bronx.
Ecco la recensione:




Bronx (A Bronx Tale) di Robert De Niro del 1993. Con Lillo Brancato, Francis Capra, Chazz Palminteri, Robert De Niro, Taral Hicks, Kathrine Narducci, Joe Pesci. (121 min. ca.)
Il film narra (anche con la voce fuori campo) la storia - dall'infanzia all'adolescenza - di Calogero Aniello (Capra e Brancato), nato e cresciuto nel quartiere italoamericano del Bronx (New York) con una modesta famiglia di lavoratori (il padre è un autista d'autobus. Interpretato da De Niro). Fin da piccolo imita i gesti e i modi di Sonny (Palminteri), boss della zona e lo "protegge" non testimoniando per un omicidio al quale ha assistito. Lo comincia a frequentare nonostante i divieti del padre e diventa la mascotte durante le scommesse a dadi prima e durante le corse dei cavalli poi. Inoltre diviene quasi come un figlio per Sonny. Successivamente il ragazzo, ormai diciassettenne, si innamorerà di una ragazza di colore. Sonny lo salverà dall'incidente in auto dei suoi amici che erano andati nel quartiere delle persone di colore per assaltare i negozi e bruciarli. Purtroppo il figlio dell'uomo che era stato ucciso otto anni prima si vendicherà e gli sparerà. Calogero alla fine ammetterà che sia suo padre che Sonny sono stati un'ottima guida per lui, per avergli insegnato ad amare senza riserve. 









Prima opera da regista di Robert De Niro con la sceneggiatura di Palminteri tratta da una sua piéce. De Niro sa come costruire e comporre la pellicola (anche visivamente. Ottimo il montaggio) giocando bene con gli stereotipi mai fine a se stessi. Si sente che è coinvolto profondamente in quello che racconta (e l'amore che ha per la sua città), ci crede e rende partecipe il pubblico, coinvolgendolo ed emozionandolo. 
Ha imparato benissimo da Scorsese e da Leone (le loro influenze si sentono eccome). Diciamo che c'è un po' di Scorsese-Leone (di C'era una volta in America) e un pizzico del Lucas di American Graffiti. Con continui riferimenti agli avvenimenti dell'epoca (non troppo approfonditi ma neanche trattati in modo superficiale. In fondo è la storia di Calogero), è una pellicola dal ritmo sempre costante, molto scorrevole e godibile, con una bellissima e suggestiva ambientazione (anche una bella colonna sonora con pezzi dell'epoca che si potevano ascoltare a Little Italy). 




Robert De Niro era in formissima allora anche come attore. Francis Capra che interpreta Calogero a nove anni è uno spasso: in gamba, espressivo, molto spavaldo. Brancato è identico a fisicamente a De Niro in maniera impressionante: bravo anche lui (poi se si pensa che era il suo primo film in assoluto... De Niro l'aveva scovato in spiaggia). Chazz Palminteri in parte (solo la faccia basta). Cameo di Joe Pesci. 
Un film nostalgico e onesto (per il discorso di cui sopra sulla regia di De Niro) che può piacere ad un pubblico trasversale, non solo a chi ama il genere gagster. 
Da vedere assolutamente. Nel suo piccolo è un cult.


Voto: ***










Il trailer:







Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?








(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)  

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