giovedì 17 aprile 2014

La pianista, film insostenibile e malato di Micheal Haneke con una magnifica Isabelle Huppert

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa che ha fatto clamore quando uscito e continua a farne. Un film duro, difficile da digerire. Mi riferisco a La pianista di Michael Haneke.
Ecco la recensione [contiene SPOILER e linguaggio/immagini forti]:




La pianista (La pianiste) di Michael Haneke del 2001. Con Isabelle Huppert, Annie Girardot, Benoît Magimel. (131 min. ca.)
Tratto dal romanzo omonimo di Elfriede Jelinek, narra la storia di Erika, insegnante di pianoforte al conservatorio di Vienna. E' una donna fredda, rigida - così come è rigida l'educazione che ha ricevuto dalla madre (Girardot), con la quale vive e condivide perfino il letto la notte - ed anche, come ci si aspetta, repressa (a tal punto che va a vedere film porno, si eccita guardando due in macchina al drive-in, per fare due esempi). Conosce un allievo che si infatua/innamora di lei. Lei ricambia il sentimento in maniera però molto perversa e comincia con lui un rapporto sadomasochistico che la porterà anche alla disfatta della sua carriera e all'autodistruzione. 







Film intollerabile, insostenibile, malato, che racconta molto bene i danni dell'educazione bigotta e ottusa (accademica). In questo il regista è molto chiaro, ne fa una critica puntuale. 
Nonostante i cliché e la trama altresì abbastanza prevedibile, Haneke non ha paura di mostrare tutto il possibile concesso fino all'estremo. Molte scene scabrose di masturbazione, sesso orale (per fortuna non reale), ecc... e di pura violenza psicologica che si insinuano nello spettatore e lo terrorizza. (Certe cose però erano evitabili, tipo fare vedere quello che Erika sta guardando nella stanzetta della videoteca, dato che si capiva già benissimo. Ecco, in questo è stato gratuito) Alcuni momenti risultano perfino involontariamente ridicoli e patetici perché patetico è il personaggio di Erika. La patologia della donna, ormai sull'orlo della pazzia, coinvolge anche il ragazzo. O almeno fino ad un certo punto.
La Huppert è fantastica, davvero credibile nel suo ruolo: il suo sguardo smarrito e impotente o rassegnato nel finale spiazzante è espressivo e comunicativo. Bravo Magimel. Anche la Girardot è in parte. 




Pellicola davvero interessante, ma per stomaci forti e decisamente non per tutti. Sconvolgente. Molto simile (tematica, personaggi...) - anche nel finale - è Il Cigno Nero di Aronofsky. Da vedere quando si è in vena.


Voto: ***/***1/2











Il trailer:





Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?







(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

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