mercoledì 12 marzo 2014

Requiem for a Dream, cult movie sulla droga (o meglio, sulle dipendenze) sconvolgente ed indigesto di Darren Aronofsky con Ellen Burstyn, Jared Leto e Jennifer Connelly

Oggi vi voglio parlare di un film di qualche anno fa che mi ha molto colpito (e che in verità aveva fatto molto parlare): Requiem for a Dream di Darren Aronofsky (regista tra l'altro dei premiati Il cigno nero e The Wrestler). Una pellicola "intollerabile", per stomaci forti, ma molto molto riuscita.
Ecco la recensione (attenzione, per forza di cose contiene SPOILER):





Requiem for a Dream (Director's cut) di Darren Aronofsky del 2000. Con Ellen Burstyn, Jared Leto, Jennifer Connelly e Marlon Wayans. (102 min. ca.)
Diviso in tre stagioni (manca la primavera) e tratto dal romanzo omonimo di Hubert Salby Jr., narra la storia di Harry (Leto) tossicodipendente che si barcamena per trovare una dose con la sua fidanzata Marion (Connelly) e il suo amico. Sua madre, vedova sciatta, sola e un po' sovrappeso (Burstyn) è invece stata selezionata per partecipare ad un fantomatico programma televisivo: per entrare nel suo vestito buono decide di dimagrire e dato che una dieta normale passatale dall'amica non le fa ottenere risultati, decide di andare da un medico che le prescrive delle pillole. Peccato che siano anfetamine e che la donna poco dopo non solo ne diverrà dipendente, ma inizierà ad avere allucinazioni (anche per la fame) e a diventare schizzata. Il figlio, che inizialmente sembrava fare affari come spacciatore, non riesce più a trovare droga, così permette alla ragazza di prostituirsi mentre lui va in giro con l'amico. La madre finirà in un ospedale psichiatrico, lui in un ospedale dove gli amputeranno un braccio in cancrena. Anche Marion rimarrà sola (con il gruzzolo accumulato per aver partecipato a festine). 
 






Grande film che parte in modo tranquillo con lo stile da cinema indipendente alla Spike Lee. 
Ma quando i personaggi cominciano a non avere più via di scampo dalle loro dipendenze (madre-figlio-fidanzata-amico, tutti succubi della droga), anche il montaggio si farà più serrato, i colori più cupi, si indugerà sui volti con occhiaie, nasi colanti, occhi arrossati e pieni di lacrime, labbra screpolate. Un vortice di orrore e disperazione inghiotte lo spettatore che si trova coinvolto e segue terrorizzato e in apnea l'angosciante e penoso epilogo dal ritmo concitato. Grandi effetti visivi e time-lapse rendono grottesche ma paradossalmente realistiche le allucinazioni e le scene di assunzione della droga, ottima la fotografia e la regia (la direzione degli attori è fantastica. La Burstyn fa paura con quel suo sorriso imperfetto - viene sempre sottolineato anche nelle sue visioni - e quella sua disperazione). Il tutto è sottolineato dalla musica ossessiva composta da Clint Mansell ed eseguita dal quartetto d'archi Kronos Quartet. Inquietante, terrificante e disturbante, mostra davvero bene gli effetti della droga (e farmaci) più di altre pellicole (ad esempio Trainpotting di Danny Boyle). Da vedere assolutamente (non adatto ai più sensibili). Diventato a ragione un cult.


Voto: ***1/2



 







Il trailer:



Soundtrack:




Voi l'avete visto? Cosa ne pensate?





(Chiunque volesse prendere le recensioni citi questo blog. Riproduzione riservata)

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